Gestione rifiuti: approvato il piano regionale. Il Cermec rimane nell’elenco dei 18 impianti

Passa con molta tensione in consiglio a Firenze il progetto che traccerà la rotta fino al 2030. I Comuni di Massa e Carrara tra i soci

Gestione rifiuti: approvato il piano regionale. Il Cermec rimane nell’elenco dei 18 impianti

Gestione rifiuti: approvato il piano regionale. Il Cermec rimane nell’elenco dei 18 impianti

Diciotto impianti per la gestione del futuro dei rifiuti in Toscana e il Cermec c’è: all’interno del Piano regionale approvato con molta fatica e tanta tensione politica durante l’ultimo consiglio regionale a Firenze, resta lo sviluppo dell’impianto di via Gotara in sintesi da Trattamento meccanico biologico a futuro biodigestore con produzione di biometano e compostato di qualità. Un piano industriale che ora dovrebbe costare sui 36 milioni di euro approvato dalle amministrazioni dei comuni soci, Massa e Carrara. Il futuro sembra ormai essere scritto: incassata l’approvazione all’interno del Piano regionale dei rifiuti e dell’economia circolare della Regione Toscana che traccia la rotta almeno fino al 2030. E’ vero, ci sono tensioni e incertezze, poi i 60 giorni di osservazioni che potranno mettere mano al documento, e ancora non si sa fino a quale livello, ma è evidente che per ora l’assessora all’ambiente Monia Monni vuole portare avanti lo schema e per ora il ruolo sembra blindato all’interno dell’amministrazione, non come avvenne per le cave all’epoca e l’assessora Anna Marson.

Alcuni punti chiave del Piano: ridurre l’utilizzo delle discariche, arrivare al 2028 con la Toscana sotto il 10% del conferimento in discarica prescritto dall’Europa mentre ogni Ambito territoriale ottimale, il nostro è quello di Costa, dovrà inoltre perseguire "l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani". E in questo il biodigestore Cermec dovrebbe avere un ruolo chiave, peraltro stando alle schede degli impianti allegati al Piano regionale anche oltre ambito. L’amministratore unico, Lorenzo Porzano, conferma la presenza del nuovo Cermec nel piano ma precisa che ora la strategia politica, e non solo, è nelle mani dei soci, ossia i sindaci Francesco Persiani e Serena Arrighi. Sotto il profilo tecnico, superato lo scoglio della Valutazione di impatto ambientale, resta da ottenere la nuova Autorizzazione integrata ambientale per abbandonare il Tmb e realizzare il biodigestore, iter in corso con una nuova riunione prevista il 15 ottobre.

"Nel frattempo lavoriamo sul bilancio – assicura Porzano -, per mettere in sicurezza i conti. Dobbiamo garantire la sostenibilità e la coerenza del piano industriale". La scheda impianto del Piano regionale è chiaro: "Previsto revamping con disponibilità dal 20232024. Il Gestore unico deve predisporre, nell’Ambito del proprio Piano Industriale, un progetto di dismissione e riconversione dell’intero sistema impiantistico finalizzato prioritariamente al trattamento della frazione organica e verde da raccolta differenziata" e ancora "costruzione di un impianto di digestione anaerobica in testa all’impianto di compostaggio, per il trattamento di 60mila tonnellate all’anno di frazione organica residua di 30mila di verde con produzione di compost di qualità e biometano". C’è però un altro nodo, su cui devono lavorare i sindaci, ed è quello delle risorse: quelle per realizzare le bonifiche, il cui costo si aggira oltre i 6 milioni di euro, e quelle per il piano industriale da 36 milioni di euro. Dovrebbe mettercele RetiAmbiente, il gestore unico, ma bisogna anche trovare una quadra per la cessione dell’impianto dai soci allo stesso gestore e non è esclusa una possibile proroga di conferimento.

Francesco Scolaro