
Gallo tra le statue stele. Torna a dirigere il museo del Piagnaro
Cambia la direzione del Museo delle statue stele: arriva l’architetto Nicola Gallo, che subentra all’archeologo Angelo Ghiretti, direttore dal 2010. L’avvicendamento è scattato al termine delle procedure legate all’avviso pubblico di selezione per il conferimento dell’incarico professionale. L’architetto Gallo è risultato vincitore del bando comunale avendo totalizzato il punteggio più alto al termine del colloquio e della valutazione dei titoli. Il professionista aveva già diretto il museo per 10 anni dal 2000. Laureato all’Università di Firenze si è specializzato a Genova in restauro dei monumenti e ha dedicato particolare cura alla storia della Lunigiana occupandosi in particolare di castelli e pievi. Nel 2002 ha pubblicato la Guida storico-archiettonica del casteli dlela Lunigiana. E in precedenza, nel 2007, aveva ideato l’Histomappa dei percorsi più importanti dell’evoluzione storica locale stampati in una tavola sinottica che consentiva a chi guardava di abbracciare in un colpo solo le diverse età dalla preistoria alla romanità al medioevo, fino alla Rivoluzione francese.
"Sono contento di tornare a occuparmi delle stele che hanno rappresentato un traguardo importante dei miei studi – spiega – Ora devo aggiornare le mie conoscenze sui dati che riguardano la struttura e sulle necessità emergenti per poi essere più preciso sulla programmazione da mettere in campo. Tra i vari impegni ci sono il reperimento delle risorse cercando di far partecipare la struttura a tutti i bandi utili degli enti pubblici e delle fondazioni bancarie. L’incremento dei mezzi è finalizzato a raggiungere gli standard museali per rientrare tra i quelli di rilevanza regionale. Altre finalità sono legate all’implementazione degli ingressi, favorendo le gite scolastiche e poi la valorizzazione di alcuni aspetti del museo e delle collezioni che meritano maggiore attenzione. Tra queste quella del cavalier Mario Fabbri, già funzionario della Soprintendenza che ha lavorato in Libia. Si tratta di reperti litici, che Augusto Cesare Ambrosi aveva portato al museo. Il museo del Piagnaro è senza dubbio uno dei più visitati della Toscana già oggi, grazie al lavoro svolto in questi anni e quindi l’impegno deve essere ambizioso puntando a utilizzare le tecnologie più avanzate per il supporto didattico-esperienziale ai visitatori".
Un pensiero l’architetto Gallo lo rivolge alla memoria di Augusto Cesare Ambrosi, fondatore della struttura museale del Piagnaro inaugurata del 1975 dal Ministro Spadolini. Una figura fondamentale che negli anni ’50 incontrò Ubaldo Formentini, che gli trasmise le direttrici della moderna storiografia e Nino Lamboglia, uno dei più grandi archeologi del XX secolo, che lo trascinò nel vasto campo dell’archeologia. Molto importante è stato il contributo offerto dal direttore uscente Ghiretti, che ha saputo trasformare il museo nel simbolo dell’attrazione culturale che ha valorizzato Pontremoli come città della cultura, anche grazie al riallestimento museale dell’architetto Guido Canali di Parma. Sotto il suo mandato, intenso è stato il rapporto con la Soprintendenza ai beni culturali e le associazioni culturali della Lunigiana per mettere in primo piano l’importanza del fenomeno megalitico lunigianese. Incentivata anche l’attività di ricerca attraverso gli scavi archeologici come le tre campagne di Pontevecchio che hanno indagato il misterioso significato di questi monumenti della tarda preistoria. Ghiretti ha trovato anche le prove che la via romana da Parma a Luni, duemila e duecento anni fa, valicava l’appennino al Monte Valoria a 2.200 metri di altitudine ad est della Cisa.
Natalino Benacci