Gaetano Carlo Chelli Il genio misconosciuto

A 120 anni dalla sua morte la città celebra oggi il letterato massese: mattinata per le scuole poi convegno alle Stanze del Guglielmi

Gaetano Carlo Chelli Il genio misconosciuto

Gaetano Carlo Chelli Il genio misconosciuto

Il confronto che oggi la città avrà con uno dei suoi figli più illustri merita tutta l’attenzione possibile se si vuole aspirare a diventare finalmente quel centro culturale che Massa merita. A 120 anni dalla morte si celebra la figura di Gaetano Carlo Chelli, letterato che ha segnato la seconda metà dell’Ottocento e che da Massa partì per diventare un personaggio assai importante di quella Roma che, novella capitale del Regno d’Italia, stava diventando una città europea a tutti gli effetti.

E chi meglio di Chelli, che aveva occhi e orecchie aperte alle varie culture, poteva rappresentare questo passo in avanti. Un personaggio “da conoscere”, come recita il volantino di presentazione di Comune e Associazione Massa Cybea, ma soprattutto da valutare per quello che è realmente stato: un genio, forse misconosciuto, ma pur sempre un genio.

I lavori di questa giornata sono dedicati prima alle scuole e poi a tutta la cittadinanza. Alle 10,30, nella sala del consiglio comunale, dopo i saluti del sindaco Francesco Persiani e della presidente di Massa Cybea, Chiara Baria, parleranno agli studenti Carla e Pietro Gennusio, eredi dello scrittore, e la professoressa Laura Oliva, mentre il Palma offrirà gli intermezzi musicali. Nel pomeriggio tutti alle Stanze del Teatro Guglielmi dove alle 17 ci saranno le relazioni di Massimo Onofri, docente universitario, saggista, scrittore, e della stessa Oliva. Il regista e attore massese Andrea Batistini leggerà in forma drammaturgica alcune pagine del più importante romanzo di Chelli, “L’eredità Ferramonti”, opera che dopo qualche dimenticanza è ora pubblicata da almeno 6 case editrici. Dal libro nel 1976 il regista pistoiese Mauro Bolognini trasse un film omonino pluripremiato – a Venezia e ai Nastri d’Argento - con interpreti d’eccezione: da Anthony Quinn a Gigi Proietti, da Dominique Sanda a Fabio Testi, Adriana Asti e tanti altri.

"E’ doveroso è che si parli di Chelli perché è molto importante nella seconda metà dell’Ottocento – sottolinea il professor Paolo Giannotti, ideatore e moderatore del convegno –. Il punto focale è che si tratta di un autore troppo velocemente incasellato nel verismo ma che in realtà aveva un afflato internazionale. Era più vicino a Zola che a Verga e lo aveva capito benissimo Pier Paolo Pasolini che lo amava".

Un percorso, quello di Gaetano Carlo Chelli, che si sviluppa soprattutto a Roma. "Le sue posiziooni – ricorda Giannotti – sono tardo romantiche, ma lui era un ottimo conoscitore del naturalismo francese. E’ stato un protagonista della Roma Bizantina dei tempi di un giovane D’Annunzio con il quale i rapporti non erano particolarmente buoni. Il Vate era il direttore di ‘Cronaca Bizatina’, un periodico nel quale Chelli, come dice Angelo Sommaruga, veniva pagato ma non fatto scivere. E questo creò una serie di attriti fino a quando il giornale fallì". Chelli, che appartenvea alla borghesia massese, era nato il 29 agosto 1847 in piazza Aranci e ha sempre vissuto nel centro storico, in via Alberica e in via Beatrice, fino al trasferimento a Roma dove andò a lavorare, nel 1874, nella redazione de “L’Opinione”.

A Massa aveva diretto “L’Apuano” e con la sua città ha sempre tenuto un rapporto di amore e odio fino alla sua morte credendo che essa stessa si sottovalutasse. Nei suoi racconti le origini emergevano sempre, in uno apparso su “L’Avventuriera” parla dell’anarchia e immagina che Anna Kuliscioff scenda alla nostra stazione ferroviaria.