
di Claudio Laudanna
NicolaFranzoni è "pericolosissimo" e per questo deve restare in carcere. A 42 giorni dall’arresto l’imprenditore e attivista no vax è ancora in cella alle Gorine per l’assalto alla Cgil del 9 ottobre scorso. Franzoni, che ha passato le prime due settimane di reclusione in isolamento perché ha rifiutato il tampone e ha anche a lungo portato avanti un personale sciopero della fame, si è comunque sempre dimostrato collaborativo con gli inquirenti, ma si è già visto negare istanza di scarcerazione dal tribunale del Riesame poche settimane fa.
Ora però sperava si fosse aperto un nuovo spiraglio. Da alcuni giorni, d’altronde, hanno lasciato il carcere romano di Rebibbia anche il leader della sezione capitolina di Forza Nuova Giuliano Castellino e l’ex Nar Luigi Aronica. Entrambi sono a loro volta coinvolti nell’inchiesta sui fatti romani dello scorso ottobre, ma ora, dopo aver passato circa sette mesi dietro le sbarre, sono stati messi ai domiciliari. Una decisione che avrebbe potuto rappresentare un precedente importante anche per Franzoni e per questo il suo avvocato, Jacopo Memo, ha subito presentato una nuova istanza al Riesame, ma anche in questo caso ha ottenuto un secco ‘no’ in risposta. Per la seconda volta i giudici del Riesame hanno respinto l’istanza dell’imprenditore.
Per i giudici Franzoni è un soggetto "pericolosissimo" e per questo dovrà restare ancora dietro le sbarre. Intanto dovrebbero arrivare già la prossima settimana le motivazioni che hanno portato i giudici del tribunale per la libertà a rigettare in prima istanza la richiesta di scarcerazione e a quel punto per il legale di Franzoni si aprirà la possibilità di appellarsi alla Cassazione. Nel frattempo è finito anche in ospedale per accertamenti e analisi. Ora è di nuovo in carcere. I capi d’accusa per il leader no vax apuano, d’altronde, sono particolarmente pesanti e vanno dall’istigazione a disobbedire alle leggi dello Stato alla devastazione e saccheggio aggravato e poi ancora violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata oltre che la violazione della misura di prevenzione del divieto di ritorno nella capitale. Secondo gli inquirenti Franzoni era uno dei leader della manifestazione tanto che nell’ordinanza cautelare viene anche riportata una frase pronunciata dall’imprenditore apuano dal palco di piazza del Popolo in cui diceva: "Siamo a Roma e l’abbiamo presa, la piazza segua Giuliano Castellino, l’obiettivo lo capirete". Franzoni, 52 anni, originario di Lerici, ma da sempre trapiantato a Carrara, dal canto suo anche davanti agli inquirenti ha raccontato la propria versione dei fatti e si è soffermato a lungo su come non sia fisicamente entrato nella sede della Cgil e che, anzi, quando è arrivato davanti, l’edificio era già stato sgomberato dai carabinieri. Ad aggravare la sua posizione, d’altro canto, ci sono i numerosi fatti di cronaca che lo hanno visto protagonista fin dallo scoppio della pandemia fuori e dentro i social network. Franzoni, storico militante di diverse sigle della destra locale e nazionale, è spesso balzato agli onori delle cronache per aver organizzato e partecipato a manifestazioni e raduni di negazionisti che si sono tenuti tanto in città che nel resto del paese. Raduni che, in alcuni casi, gli hanno già portato più di un grattacapo con le forze dell’ordine, a cominciare dal daspo da Roma, ma anche verbali per i suoi locali per aver infranto orari e permessi con apericene, musica e happy hours durante il lockdown.