REDAZIONE MASSA CARRARA

"Fiordichiara: il Comune faccia un passo indietro"

In difesa dei lavoratori la Fenealuil e il consigliere. Massimiliano Bernardi.

"Fiordichiara: il Comune faccia un passo indietro"

CARRARA

La Fenealuil chiede alla politica di trovare una soluzione per i dieci dipendenti della cava Fiordichiara, che saranno messi in cassa integrazione. Dopo che il Comune ha tolto la concessione alla cava per non aver ottemperato al pagamento di alcune rate sul canone di escavazione, la ditta ha chiesto alla Cgil di avviare le pratiche per mettere in cassa integrazione i suoi dieci dipendenti. "Purtroppo al di là delle note tecniche e delle varie procedure in corso rischiano di pagarla gli stessi lavoratori senza averne colpa – scrivono da Fenealuil – gettando nel dramma dieci famiglie. Questo per noi è inaccettabile. Un comparto così importante per il nostro territorio non può registrare simili vicende, per questo ci siamo attivati già nei giorni scorsi senza però avere, ad oggi, risposte concrete". Per questo il sindacato si appella alle istituzioni e al territorio "per trovare soluzioni concrete, anche politiche, per quanto sta accadendo". "La risposta non può essere il ricorso agli ammortizzatori sociali – proseguono da Fenealuil –, quello è uno strumento emergenziale ma non rappresenta la soluzione strutturale. Riteniamo assolutamente necessario che venga messo in campo il massimo impegno per la risoluzione di questa vicenda, a tutela delle maestranze e delle loro professionalità, patrimonio indiscutibile di questo settore. Se non si troveranno in tempi rapidi risposte chiare il rischio è quello di lasciare senza occupazione dieci lavoratori. con gravissime ripercussioni sulle loro famiglie".

Intanto anche il consigliere Massimiliano Bernardi spiega che "se anche un imprendiore può avere dei problemi, se la proprietà ha possibilità come in questo caso di pagare, la politica deve tornare indietro e dare la possibilità a chi vuole di lavorare se riesce a far fronte al debito. Sia per il bene dei lavoratori che dell’impresa stessa. C’è tra l’altro nel regolamento un vuoto normativo per cui si è ancora in tempo per intervenire".