Fatture false, Boggi (Pd) a processo

L’ex consigliere comunale dal giudice. Mancano i testi: nuova udienza

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di Andrea Luparia

Udienza breve ma contrastata, quella di ieri mattina in Tribunale a Massa, nel processo a Lucio Boggi (ex consigliere comunale del Partito democratico ai tempi della giunta Zubbani) e ad altre due persone accusate di falsa fatturazione. Davanti al giudice monocratico, la dottoressa Antonella Basilone, dovevano sedersi, a quanto sembra, diversi testimoni. Ma come spesso accade, non è andata così. Quello che in teoria poteva essere il teste principale, che era già stato imputato in un processo in qualche modo collegato, si è presentato senza avvocato difensore.

All’inizio sembrava disposto a rispondere alle domande del Pubblico ministero Sara Parizzi ("durante l’inchiesta ha risposto per dieci ore all’interrogatorio di una sua collega, non ho nulla da nascondere" - ha detto mentre era già seduto al banco dei testimoni) ma dopo pochi secondi ha cambiato idea. In sostanza ha deciso che, assente il suo legale, non voleva rispondere. L’avrebbe fatto solo in presenza dell’avvocato di fiducia, non di quello d’ufficio che poteva essere nominato all’istante. Successivamente è stata ascoltata una ragazza che lavorava negli uffici della ditta in viale Zaccagna dove c’era il deposito del marmo. Alle domande sulle fatture rilasciate e sui clienti, la giovane ha detto solo che ricordava fatture agli autotrasportatori, ma non i loro nomi, dato che era passato molto tempo dai fatti. A quel punto, visto che c’erano altri testimoni assenti, il giudice ha rinviato l’udienza.

Tornando all’ipotesi accusatoria (sarà poi il giudice a confermarla o a smentirla), Boggi è accusato di aver architettato un sistema per pagare “a rate“, una cava comprata con questo sistema di fatture che per l’accuse sono false. Gli importi sarebbero finiti successivamente anche nelle disponibilità del testimone che ieri ha deciso di non rispondere senza l’assistenza del suo legale di fiducia. Ovviamente sarà il giudice Antonella Basilone a decidere se quanto sostiene l’accusa è vero o meno.