
Europa ’orfana’ della provincia. Urne inclementi per Ferri e Gatti. E l’astensionismo è preoccupante
di Alfredo Marchetti
Un dato particolarmente interessante quello che è uscito dalle urne europee. Il partito di Giorgia Meloni resiste e si dimostra come primo partito a livello provinciale. Ovviamente, non è conveniente fare un raffronto con le politiche 2022, o le comunali, ad esempio di Massa. Se per le prime entrano in gioco i leader nazionali, e la partita si gioca su un palcoscenico più ampio, per le amministrative l’elettore vede negli occhi il candidato e sceglie secondo tradizione familiare e di territorio.
I numeri freddi parlano di un Fratelli d’Italia al 25,07 per cento, raccogliendo 18.525 voti. Anche se sono dati relativi, amministrazioni come Massa, con FdI all’opposizione, avranno modo di riflettere su questo cambio di passo rispetto al passato. Restando in Europa, il partito della premier, fa un salto importante, considerando che 5 anni fa si era portato a casa un magro 4,4 per cento in provincia. Dalle 261 sezioni è uscito un dato che sicuramente farà riflettere la Lega, che passa dal 35,7 per cento, un bacino di oltre 31.759 voti, al 7,70 per cento, ovvero 5.692 voti. Nell’area del Centrodestra sorride Forza Italia: il partito di Antonio Tajani si porta a casa il 15,61 per cento di preferenze, ovvero 11.537 voti. Non nascondono la soddisfazione i vertici provinciali del Partito democratico, con Elisabetta Sordi che esulta per i due punti conquistati rispetto al 2019: il partito del Nazareno passa dal 22,08 al 24,73, ovvero 18.275 voti in totale. Il dato più preoccupante è invece quello dei non votanti: più di uno su due. Su 164.760 aventi diritto, sono andati a votare 77.209 persone, il 46,86 per cento.
Angelica Gatti non è riuscita nell’impresa di arrivare a Bruxelles. "Massa ha avuto un ottimo risultato, abbiamo superato il 4 per cento, ringraziamo tutti per le preferenze espresse. Ho preso più di 2mila voti, un riconoscimento importante. Il progetto non ha raggiunto il quorum, ma dobbiamo andare avanti. Proseguiremo per portare avanti la missione della pace. Mi sono impegnata con disinteresse, non cercavo una poltrona, ma pensavo ai temi della nostra lista. Alla fine sono dispiaciuta, non solo per me, ma per il progetto nel complesso". Deluso anche Jacopo Ferri: "Sono orgoglioso del consenso ottenuto nella mia città, in Lunigiana ed in provincia. Purtroppo non sono riuscito a fare altrettanto bene nel resto del collegio e quindi non potrò rappresentare il mio territorio a Bruxelles. Mi sono ‘battuto’ con onore e con tutte le mie forze. Continuerò semplicemente a farlo, come sempre, in ruoli diversi, con determinazione e volontà per tentare di essere utile alle nostre comunità".