
La spiaggia ’sparita’ a Marina di Massa
Marina di Carrara, 8 agosto 2025 – “Stiamo verificando se è possibile introdurre aggiornamenti, modifiche per adeguare il Piano regolatore alle esigenze del porto e del territorio, ma non si può buttare nel cestino anni di lavoro”.
E’ massimo l’impegno di Bruno Pisano, commissario straordinario e futuro presidente dell’Authority, per portare al traguardo il nuovo piano in ritardo di qualche decennio.

“Mi è stato posto come uno dei temi più urgenti un attimo dopo la mia nomina” sottolinea. La revisione da parte dell’Autorità di Sistema portuale è già avviata ma, ribadisce il commissario, “quel piano va salvato”.
“Passaggio dopo passaggio è stato tagliato e ridotto ormai al minimo sindacale di quello che è necessario per la crescita dell’attività portuale – spiega –: stiamo parlando di una banchina in più e di una riorganizzazione interna”. Bruno Pisano è un tecnico e sa, assicura, “per precedenti esperienze spezzine queste cose non le fai calando provvedimenti dall’alto: il piano deve essere compatibile e sostenibile, accettato dal territorio, anche da chi lavora fuori” .
E’ pronto quindi a sedersi al tavolo che politica e comitati invocano, rivedere esigenze ed eventuali correttivi per eliminare tensioni e dubbi che innalzano muri sulla definizione del Piano e la sua urgente applicazione pratica.
“Ho già incontrato tutti: politica, associazioni, consiglio superiore dei lavori pubblici, Ministero...– dice Bruno Pisano – siamo assolutamente disponibili a un tavolo tecnico”. Due i temi urgenti da affrontare: dragaggio e organizzazione interna al porto. Su entrambi il commissario, funzionari e tecnici dell’ente sono già al lavoro per definire i limiti imposti dalle norme e le esigenze degli operatori economici che ruotano intorno al porto. “L’obiettivo è andare al tavolo di confronto con un Piano regolatore portuale aggiornato” spiega.
Il dragaggio è forse il tema più urgente. “Serve un monitoraggio costante della situazione intorno al porto – spiega –, abbiamo già caratterizzato le sabbie che ora bloccano il canale di accesso ed è emerso che sono pulite, potrebbero essere utilizzate per il ripascimento delle spiagge.
Ora stiamo lavorando per spostarle e ripristinare il canale in modo da consentire l’accesso alle navi più grandi. Al momento è solo uno spostamento ai lati in attesa di aprire un ragionamento con la Regione Toscana che dovrà autorizzare il dragaggio e decidere sul riutilizzo del materiale.
Da parte nostra ci sono la disponibilità e i fondi perchè diventi un’operazione sistematica: consentirebbe di creare un’economia circolare. Ammesso e non concesso che sia il porto a limitare l’apporto di sabbia sul litorale abbiamo tutti gli strumenti per correggere la situazione. Sicuramente in questo modo possiamo evitare che sia il porto a creare una situazione distorsiva”.
Monitoraggio costante, dragaggio e ripascimento sono il cuore della proposta dell’Authority portuale per trovare un equilibrio tra le esigenze del porto portuale e quelle del turismo balneare, tra l’economia e la sua sostenibilità ambientale. “Sono pronto ad affrontare ragionamenti seri e intellettualmente onesti – sottolinea Bruno Pisano.
Certo che di fronte a discorsi (che ho sentito) sul chiudere il porto per farci le spiagge allargo le braccia. Mi capita di sentire ragionamenti che fatico a comprendere: cerco di basare il mio sulla concretezza, il confronto e la condivisione. Ma la disponibilità deve essere da ambo le parti, libera da preconcetti e guerre di religione. Cerco di ragionare da tecnico.
Come sull’idea che Carrara possa staccarsi da Spezia per andare con Livorno: è pazzesco solo proporlo, lo dimostrano i numeri della crescita che in questi anni i due porti hanno registrato e la vivacità imprenditoriale che mostrano. Perdere tempo vuol dire perdere opportunità, posti di lavoro, ricadute sul territorio: sarebbe un peccato mortale”.
Se la demolizione della sinergia tra i due porti sembra un’ipotesi superata, da demolire restano invece i muri che frenano l’iter del Piano regolatore. La mancanza di studi dell’impatto del porto sul fenomeno dell’erosione e il prolungamento del molo di sopra flutto sono i nodi che gli ambientalisti e gli stessi Comuni della costa apuoversiliese, a partire da Massa, chiedono di sciogliere. “Gli studi ci sono e di alto livello – assicura il commissario Bruno Pisano –. Certo non è possibile avere un risultato matematico di quanta sabbia si ferma nel porto: la situazione è variabile, legata alle correnti, alle condizioni meteo marine...
E’ necessaria invece un’azione di monitoraggio che andremo a fare. L’inverno scorso, per esempio, abbiamo avuto mareggiate superiori ai due anni precedenti e quindi più sabbie nel canale. Gli studi danno un’indicazione generica che va confermata e integrata con il monitoraggio. L’allungamento del molo è necessario per la nuova banchina. Se porterà un maggiore deposito l’impegno sarà di spostare maggiori quantità di sabbia per il ripascimento. Ma secondo gli studi non dovrebbe essere un aggravamento pesante di un fenomeno già in corso da decenni”.
Emanuela Rosi