Dopo una vita di lavoro in Inghilterra dove era emigrato da bambino, ha voluto essere sepolto nel cimitero di Bratto, suo paese natale. Una storia di amore per le radici e di orgoglio per il tricolore quella di Florindo Necchi Ghiri, 69enne colpito da una malattia incurabile che ha chiesto alla famiglia di avvolgere il feretro con la bandiera italiana prima dell’ultimo addio nella terra accanto al caro zio Giovanni. Il familiare si era preso cura di lui, assieme alla nonna Anastasia, nei primi 9 anni di vita. I genitori erano partiti da Bratto nella primavera dl 1955 e Florindo, detto Fiorello, era troppo piccolo per seguirli nell’avventura londinese. Per raggiungere i genitori partirà nel 1962. A raccontare questa vicenda Armando Pini, già imprenditore a Londra assieme al fratello Gianfranco della società Jalley & Co Ltd, (si occupava di importazione e distribuzione di verdura e frutta fresca) rilevata dalla madre Domenica Tozzi, emigrata nel 1949, che era fornitrice ufficiale della Famiglia Reale a Buckingam Palace e di tutti i maggiori hotel e ristoranti di Londra, compresa la catena degli Hilton, gli Intercontinental, i Forte ed il Dorchester.
"Dopo gli studi ha lavorato con loro in un bar, di proprietà famigliare, molto vicino a lo stadio di calcio dell’Arsenal della sua squadra del cuore - spiega Pini -. Nel 1975 si è sposato con Teresa Canton, famiglia originaria di Latina e proprietaria di diverse gelaterie nella contea del Kent. Florindo, che a Londra chiamavano Fred, aveva acquistato un camioncino verde col quale iniziò a vendere gelati, nello stesso tempo diffondeva musica con un altoparlante e molto spesso l’inno nazionale italiano assieme a quello della sua squadra del cuore". Purtroppo l’emigrato è morto qualche settimana fa. Le prime esequie si sono svolte in Inghilterra, una cerimonia a cui hanno preso parte numerosi suoi colleghi di lavoro. Poi il feretro è stato trasferito a Bratto e al funerale hanno partecipato i 5 figli, 17 nipotini arrivati dall’Inghilterra e il fratello Antonio con la famiglia.
N.B.