
di Francesco Scolaro
Non è vero che la politica non interessa più. Forse non attira più i cittadini, soprattutto chi deve lavorare per vivere. Ma a chi politica la fa per mestiere o come principale passione interessa. Eccome. Le elezioni provinciali di Massa Carrara lo hanno dimostrato con feroce chiarezza, soprattutto ora che si parla di modificare la normativa per allungare la durata dei mandati e il ripristino ‘con portafoglio’ della Giunta come organo esecutivo. Incarichi e soldi. E la politica si muove. Ieri mattina prima dell’ora di pranzo c’era la coda di consiglieri e sindaci fuori da Palazzo Ducale per andare a votarE per loro stessi e i compagni di mestiere. Le chiamano elezioni di secondo livello ma di fatto è metapolitica: parla di sé guardandosi allo specchio in cui gli eletti dai cittadini si candidano e votano per eleggersi a un altro incarico, svelando l’illusione democratica del sistema che si muove dietro le quinte.
I numeri parlano da soli. Ieri si votava per eleggere il presidente e il nuovo consiglio della Provincia di Massa Carrara dalle 8 alle 20. I ‘grandi elettori’ chiamati al voto sono 245 e già alle 16 la percentuale dei votanti che si erano recati all’urna allestita nella Sala della Resistenza a Palazzo Ducale era del 70% circa. Per il presidente due i candidati in lizza, Matteo Mastrini per il centrodestra e Gianni Lorenzetti per il centrosinistra, presidente uscente. Quattro invece le liste al consiglio provinciale: Centrosinistra per Massa Carrara (legata a Pd e socialisti), Massa e Carrara Ora (legata al Movimento 5 Stelle), Cambiamo Massa Carrara (per il centrodestra) e Riformisti per la tua Provincia (legata a Italia Viva).
La partita principale è di certo quella per la corsa a presidente e al netto di tutti i pronostici la partita fra Lorenzetti e Mastrini sarebbe più difficile del previsto per il presidente uscente: una battaglia che si gioca anche sullo scontro fra costa e Lunigiana e la capacità di attirare i voti delle due liste ‘alternative’ che fanno riferimento a Italia Viva e 5 Stelle e il richiamo di Mastrini sull’unione lunigianese sembrerebbe aver fatto presa sulla corrente di Italia Viva. Fuori da Palazzo Ducale c’erano anche i pezzi ‘forti’ della politica locale, come il deputato Cosimo Maria Ferri. La partita insomma sembra molto aperta. L’urna si è chiusa ieri sera alle 20 e lo spoglio è continuato a lungo anche perché il voto di ogni elettore è ‘pesato’ a seconda della popolazione complessiva del comune che rappresenta.