Economia e ambiente, va trovata la sintesi Ma servono 32 milioni per salvare la spiaggia

Oltre cento persone hanno partecipato all’incontro a Villa Bertelli promosso dai Paladini Apuoversiliesi. Focus sulla piaga dell’erosione. Gli esperti: "Il ripascimento deve essere strutturale, programmato e continuo". E lo sviluppo del territorio "deve essere sostenibile"

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Più di cento persone hanno partecipato a Villa Bertelli di Forte dei Marmi all’incontro promosso dall’associazione Paladini Apuoversiliesi sul tema ambiente ed economia della costa. Presenti balneari, albergatori, commercianti, agenti immobiliari, amministratori pubblici nonchè alcuni candidati alle prossime elezioni politiche. Focus dell’incontro l’erosione della spiaggia che, dopo aver devastato il litorale di Marina di Massa, Ronchi e Poveromo, ha colpito Vittoria Apuana e si sta dirigendo verso il pontile di Forte, e l’ampliamento del porto di Carrara, che potrebbe far accelerare il fenomeno erosivo innescato proprio dal porto. Una responsabilità oggi riconosciuta dagli scienziati di tutto il mondo ma già prevista nel 1802 nella relazione della Commissione Lizzoli che diceva no al porto di Carrara "la cui realizzazione porterà alla perdita di 200 passi ogni 52 anni". "Un documento storico – ha detto Orietta Colacicco, presidente dei Paladini – ma di poco conto secondo Mario Sommariva, presidente dell’Autorità portuale, che tra l’altro si dice disponibile a un confronto che non ha mai concesso e che non ha mai consentito l’acceso agli atti sul progetto del nuovo Piano regolatore del porto. In realtà, invece, quella vecchia relazione ha grande valore perché é una sorta di ’business plan’ dell’epoca voluto dal Conte Lizzoli, commissario del governo francese, per definire le possibilità di sviluppo del territorio, in ogni ambito dell’economia. Anche ora va proprio fatto questo, bisogna pesare e parametrare le due economie, quella turistica e quella industriale, considerando quanto l’eventuale sviluppo dell’economia legata al porto, con l’ampliamento dello stesso, non andrà, nell’ipotesi di un’accelerazione dell’erosione, a danneggiare ulteriormente l’economia turistica. Questo è il punto fondamentale per le scelte che dovranno operare i politici, Il futuro del territorio dipende dalle loro decisioni".

Più che attenti i candidati – disponibili a un incontro durato sino a mezzanotte per 2 ore e mezzo – davanti alla storia dell’erosione in immagini dal 1900 a oggi, un lavoro a cura di Umberto Nesi, consigliere dei Paladini, e della stessa Colacicco, "da cui bisogna partire per ragionare su che cosa è successo e su che cosa si teme accada". "Ora bisogna considerare anche il cambiamento climatico con cui bisognerà convivere - ha detto il professor Giovanni Zanchetta, presidente della Laurea in scienze ambientali a Pisa – ed essere galileiani, andando sempre oltre. Siamo di fronte a un aumento delle temperature di sei gradi almeno, avremo sempre più l’innalzamento del livello del mare, e non bisogna preoccuparsi se in estate non piove ma se non piove d’inverno, perchè verrà a mancare la ricarica. Occorre guardare alla grande risorsa costituita dalla riserva d’acqua delle Apuane". Il professor Mauro Rosi, geologo, dell’Università di Pisa, che nei prossini giorni diverrà consigliere del sindaco Bruno Murzi di Forte dei Marmi proprio sull’erosione, ha messo l’accento sul ripascimento strutturale, non certo ’one shot’ come quello fatto a Poveromo, ma programmato e continuo, in un approccio di costante manutenzione, andando a prendere la sabbia a sud nelle zone in accumulo verso Viareggio, per portarla a nord a partire dalla Partaccia. "Un investimento importante – ha specificato Colacicco – che dovrebbe essere pari a 32 milioni di euro ma che potrebbe essere vanificato se l’ampliamento del porto portasse ulteriore erosione". Paolo Ricotti, economista d’impresa, docente all’Università statale di Milano Bicocca e fondatore di Planet Life Economy Foundation, ha suggerito la realizzazione di un nuovo modello economico e sociale. "L’intero territorio – ha detto – va studiato e pensato in chiave sostenibile, che vuole dire un sistema declinato su sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ricordando che il porto deve assumere una funzione di servizio alla comunità intera e deve porsi in una logica evolutiva".

Sono poi interventi i rappresentanti delle associazioni, dei balneari e delle categorie economiche. Martino Barberi, presidente dell’Unione proprietari bagni di Forte dei Marmi, ha ricordato l’impegno dell’associazione, inseme a tutte le categorie economiche di Forte e ai Paladini, sul progetto di sensibilizzazione sull’erosione; Claudio Costelli, delegato all’erosione del Consorzio balneari Riviera Toscana di Massa, ha ribadito le responsabilità del porto che se "non ci fosse stato la situazione non sarebbe così devastante". Virginia Santucci, vice presidente della Compagnia del Mare di Massa, ha messo il dito sui tempi del ripascimento che non possono cadere a ridosso della stagione estiva andando a ledere l’operatività dei bagni già danneggiati. Il vice presidente nazionale di Federalberghi, Paolo Corchia, presidente degli albergatori di Forte, ha richiamato il valore economico del turismo del mare calcolabile in 3 miliardi di euro per 40mila occupati che "non può essere messo a rischio da una possibile accelerazione dell’erosione".