
di Cristina Lorenzi
"Sta male, è afflitto e disperato". Parla Emanuela Monaci, l’avvocato che difende il ragazzo egiziano in carcere, indagato per lo stupro di una studentessa berlinese di 24 anni. Lui non capiva, non ha capito i no ripetuti con cui la giovane ha raccontato di averlo respinto quella notte del 23 maggio alla rotonda dove la giovane si era fermata per un bagno veloce. "Chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso, perché la ragazza era consenziente". Una frase che ha seminato profondo sconcerto e convinto il giudice a ridare un giro di chiave alla porta del carcere.
Su questa linea difensiva si misurerà il legale della difesa dopo l’udienza preliminare che ancora non è stata fissata. "Ci riserviamo il rito alternativo, che in questo caso non potrà essere il patteggiamento. Tuttavia mi riservo di ascoltare nuovamente il mio assistito in carcere" spiega l’avvocata alle prese con una situazione spinosa dove la versione della donna e quella dell’uomo sono diametralmente opposte. Al momento la magistratura sembra propensa a credere alla studentessa tedesca refertata in ospedale e con lesioni evidenti che confermerebbero la violenza e l’atto di forza. L’egiziano l’avrebbe fatta cadere dietro il muretto della Rotonda e, tappandole la bocca, avrebbe brutalmente approfittato di lei.
Una versione a cui il gip Dario Berrino ha creduto senza ombra di dubbio confermando il fermo in carcere e definendo l’uomo "pericoloso e privo di autocontrollo". Intanto i carabinieri, che hanno catturato lo straniero a tempo di record, continuano le ricerche per ricostruire nei dettagli la figura di questo extracomunitario, in Italia da sette anni. L’uomo 24 anni, proveniente dall’Egitto, ha lavorato in Calabria e a Milano e poi ha raggiunto la Toscana dove stava lavorando in prova in una pizzeria del litorale. Ha lasciato la famiglia in Egitto e vive solo con regolare permesso di soggiorno. La sua cattura, dopo la testimonianza choc della ragazza ai carabinieri, condotti dal comandante della compagnia di Carrara Cristiano Marella e dal tenente Walter Calandri è stata praticamente immediata. Appena la ragazza è arrivata in caserma, dalle poche indicazioni sull’aggressore, al lavoro in una pizzeria, gli uomini dell’Arma hanno dato il via a una vera e propria caccia all’uomo setacciando tutti i luoghi di ritrovo degli stranieri, case abbandonate e ovviamente pizzerie. In una di queste è stato trovato il giovane che, con tanti altri, è stato poi portato e interrogato in caserma. La mancanza di un alibi e la corrispondenza con le indicazioni della giovane studentessa hanno fatto stringere il cerchio su quel giovane da poco in città, in prova nella pizzeria, che nel giro di poche ore è stato consegnato alla giustizia. Il suo nome è nel fascicolo del Pm Roberta Moramarco che nei prossimi giorni potrà procedere con l’incidente probatorio per consentire alla ragazza di fare ritorno a casa e con la chiusura delle indagini e il passagio del fascicolo in Tribunale. Sarà il giudice per l’udienza preliminare a decidere il seguito processuale di questa tremenda vicenda.
La nostra città, lo ricordiamo, ha attenuato il dramma della giovane con una rete di servizi di accoglienza moderna ed efficiente. Tanto che la provincia apuana è stata considerata dall’Anci la migliore in Toscana per il servizio alle donne in difficoltà grazie alle forze dell’ordine, al centro antiviolenza e ai servizi sociali.