Dune tra Ronchi e Poveromo "E’ strano negarne l’esistenza"

Non si ferma il dibattito sulle aree retrodunali tra Ronchi e Poveromo. "Premesso che condividiamo il principio che tali aree vanno tutelate senza trasformarsi in luogo di degrado – osserva il presidente dell’associazione, Bruno Giampaoli in risposta alle osservazioni di Kechler Ferrari dell’associazione Nautica Ronchi - dobbiamo però contestare, sulle base di dati storici, l’affermazione che “l’ arenile Ronchi-Poveromo fino agli anni ‘60 si presentava spoglio e privo di rilievi dunali evidenti“. Le cartine aerofotogrammetriche del 1965 confermano che una parte dell’arenile fino a via Poveromo, e anche un po’ oltre, era già spianata ma mostrano anche che il tratto a levante di via Siena permangono evidenti formazioni dunali che si elevano anche di due metri. Ancora più chiare sono le foto aeree contenute nel libro di Dino Del Giudice “Tornado 77“ in cui le dune sono evidentissime se pur apparentemente spoglie di vegetazione. Le stesse dune furono poi misteriosamente e rapidamente spianate per far posto ai vari bagni denominati appunto ’Tornado’. Che si dica che le dune non c’erano è strano davvero. Dietro a queste dune ancor oggi si sono conservati ampi stagni retrodunali, come l’area della Buca degli Sforza di cui si attende finalmente la bonifica dai rifiuti scaricati senza permesso negli anni ‘70".

"Dalle carte aerofotogrammetriche – prosegue Giampaoli - si evidenzia anche, alla foce del fosso Poveromo, una lama costiera poi eliminata in cui il fosso poteva espandersi in occasione di mareggiate che ostacolavano il suo sbocco senza necessità di pensare ad idrovore di sorta. Altre zone umide retrodunali sono presenti ancora tra via Livorno e via Verdi – conclude Giampaoli - per non parlare di quella più nota come Riva dei Ronchi. Tutte aree che vanno salvaguardate".