Duemila in corteo. Il giorno della rabbia. Cavatori e cittadini in piazza per la dignità

Dal quartier generale della Fum a Nazzano alla sede di Confindustria per ribadire i diritti di chi lavora. "Quelle frasi hanno offeso tutti".

Duemila in corteo. Il giorno della rabbia. Cavatori e cittadini in piazza per la dignità

Duemila in corteo. Il giorno della rabbia. Cavatori e cittadini in piazza per la dignità

Oltre duemila le persone che ieri mattina erano davanti al quartier generale della Franchi Umberto Marmi di Nazzano. Un corteo per manifestare l’indignazione di quelle parole "qua si fanno male perché sono deficienti", che l’imprenditore Alberto Franchi si è lasciato sfuggire in un fuorionda di Report. Allo sciopero con corteo organizzato da Feneauil, Filca Cisl e Fillea Cgil, hanno partecipato cavatori, camionisti del marmo e lavoratori del piano, ma anche tanti cittadini, studenti e parenti delle vittime di incidenti sul lavoro. Un serpentone umano che da via Turigliano, passando per via Ilice e poi per via Brigate Partigiane, si è immesso sul viale XX Settembre fino a Fossola, davanti alla sede di Confindustria. Ma ad attendere i manifestanti non c’era nessuno, neppure il presidente Matteo Venturi, che nel fuorionda di Report aveva detto a Franchi "dai non far passare sto messaggio Albi".

C’erano invece le telecamere di Report con il giornalista Bernardo Iovene. Eppure neanche quello che è stato definito come uno scandalo ha dato la forza a cavatori e autotrasportatori di denunciare eventuali situazioni di disagio almonte. Bocche cucite per la paura di perdere il posto di lavoro, come hanno dichiarato in diversi rispondendo alle nostre domande sulle condizioni di lavoro in cava. E ora quelle parole di Franchi rischiano di suscitare un effetto domino, stile Chiara Ferragni, per la sua società quotata in borsa che fattura 76milioni di euro all’anno. In città già diverse associazioni stanno prendendo le distanze dalla Fondazione Marmo presieduta da Bernarda Franchi, sorella di Alberto, e sui social sta dilagando questo messaggio "Crediamo che il contributo più grande la Fondazione Marmo, in futuro, debba darlo ai suoi stessi soci per raggiungere gli scopi che si è prefissa. Al resto del territorio diciamo che sarebbe arrivato il momento di valutare con attenzione da chi farsi finanziare".

Tra i manifestanti anche Paolo Bruschi, il presidente dell’Anmil Massa Carrara, vittima di un incidente sul lavoro. "Sono rimasto ferito alla spina dorsale mentre guidavo una piccola gru - ha detto Bruschi –, la nostra associazione tutela i diritti di 17mila infortunati, orfani e vedove di lavoratori. Le parole di Franchi sono un insulto a noi che abbiamo subito infortuni sul lavoro e alle nostre famiglie. A detta di questo signore siamo 17mila deficienti, compresi i suoi operai che hanno contribuito alla sua ricchezza".