REDAZIONE MASSA CARRARA

Due donne uccise Chiesto il processo per Daniele Bedini: duplice omicidio

Non può chiedere il rito abbreviato, si va verso il processo . Nei prossimi giorni sarà fissata la data dell’udienza preliminare. All’indagato fu negata l’incapacità di intendere e di volere .

Dopo aver chiuso le indagini preliminari, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Daniele Bedini, il falegname di Fossola di 32 anni accusato d’aver ucciso a giugno dello scorso anno, nel giro di pochi giorni, due giovani donne a Marinella di Sarzana.

Si tratta di Nevila Pjetri di 35 anni, origini albanesi, che fu freddata con tre colpi di pistola alla testa e trovata nei pressi di un fosso. Con la stessa arma fu trovata morta anche Carla Bertolotti, 43 anni, di Aliano Magra. Le pm Rossella Soffio e Monica Burani hanno già depositato la richiesta di rinvio a giudizio e nei prossimi giorni verrà fissata la data dell’udienza preliminare davantial giudice per la decisione,. Sarà il gup a stabilire se Daniele Bedini avrà un processo o meno.

Sono tutte tappe per arrivare al processo in corte di Assise, difficile infatti che l’iter giudiziario si concluda in altro modo. Daniele Bedini per l’accusa di omicidio aggravato come gli contesta la procura, non può infatti patteggiare, né farsi processare col rito abbreviato che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena.

Il giovane falegname di Carrara, difeso dagli avvocati di fiducia Rinaldo Reboa e Costanza Bianchini, è stato giudicato capace di intendere e volere al momento dei fatti, dalla perizia ordinata durante le indagini dal gip Fabrizio Garofalo ed effettuata dagli psichiatri Gabriele Rocca e Pietro Ciliberti.

I familiari delle vittime sono assistiti dagli avvocati di fiducia Silvia Rossi, Ignazio Sabatino, Sandra Biglioli, Giovanna Rossi e si costituiranno parte civile nell’udienza preliminare.

Bedini, che non ha mai parlato con i magistrati, si è sempre dichiarato innocente in tutte le fasi dell’istruttoria. Anche di fronte a indizi contro di lui che appaiono molto pesanti ha sempre dichiarato la propria estraneità ai fatti a lui contestati. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale della Spezia hanno individuato infatti tracce del dna delle vittime sul furgone da lavoro che sarebbe stato usato da Bedini durante gli omicidi. Tra gli elementi in possesso dei carabinieri ci sono anche le immagini registrate dalle telecamere tra Sarzana e Carrara: riprendono un pick up Fiat Strada bianco con lo stop destro bruciato, proprio come quello di Bedini, mentre avvicina le vittime. Invece la telecamera del negozio situato accanto alla falegnameria di famiglia, a Carrara, mostra Bedini quando rientra a casa: una volta lo si vede spogliarsi, prendere una tanica di alcol, forse quello usato per pulire il furgone; un’altra con in mano delle coperte, indumenti da donna e perfino la targa che è stata rimossa dall’auto di Carla Bertolotti.

Massimo Benedetti