
Dubbi sul piano ripascimento. Stop al dragaggio nel porto
L’iter di approvazione del progetto dragaggio dell’imboccatura al porto di Marina di Carrara si ferma per almeno 30 giorni. Gli uffici regionali addetti alla verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale hanno chiesto all’Autorità Portuale integrazioni e chiarimenti. E anche risposte alle domande di altri enti coinvolti. Il progetto, elaborato da Modimar Srl, ha l’obiettivo di migliorare la navigazione in ingresso e dentro il porto di Carrara. Un piano da 6,5 milioni di euro che prevede la rimozione di circa 300mila metri cubi di sabbia da utilizzare in parte per il ripascimento sottoflutto di 3,3 chilometri della costa massese, tra le foci di Ricortola e Brugiano, e altri 190mila cubi al massimo da rilasciare al largo, oltre le 3 miglia nautiche dalla costa.
L’intervento di ripascimento è di tipo sommerso: la sabbia non viene portata sulla linea di costa ma più al largo. Ma per gli enti ci sono troppi dubbi, anche sulla reale efficacia. Prima di tutto non vengono valutati eventuali possibili impatti o interferenze con altri progetti, come rimarca l’Autorità di Bacino: opere di difesa costiera tra fiume Frigido e fosso Lavello; dragaggio della foce dell’Arno per la sua navigabilità e per l’ampliamento del porto di Livorno. In particolare del Masterplan del Comune dal Frigido al Lavello, anch’esso in fase di verifica di assoggettabilità a Via: interventi visto che operano su un medesimo tratto di costa. Inoltre per la Regione, "andrebbe contestualizzato l’intervento di dragaggio in esame con quanto prevede il nuovo Piano regolatore portuale sottoposto a Vas ministeriale. In particolare, nelle diverse fasi di realizzazione del PRP sono previste modifiche sostanziali all’attuale configurazione dell’imboccatura portuale, con realizzazione e ampliamento di banchine e moli nelle stesse aree di cui viene previsto il dragaggio. Inoltre, la nuova configurazione potrebbe modificare tutta l’idrodinamica, il trasporto dei sedimenti e la morfodinamica locale". Il progetto di dragaggio, se autorizzato, potrebbe cambiare drasticamente con la realizzazione del Piano regolatore.
Sui sedimenti la Regione riporta i dubbi di Arpat e Genio Civile legati alla definizione delle classi di appartenenza: i valori di fondo e di riferimento per i metalli presenti nelle sabbie sono estrapolati da studi e documenti effettuati da Arpat "con altre finalità. Non sono mai stati inseriti nei ‘Piani di gestione dei bacini idrografici’ della Toscana. La definizione dei valori di fondo naturale per la costa di interesse non è mai stata approvata e la definizione e deve essere oggetto di riconoscimento giuridico da parte della Regione". Quindi si chiede all’Autorità portuale una rivalutazione e una caratterizzazione microbiologica.
Arpat poi "introduce seri dubbi sull’efficacia del ripascimento proposto": ricollocare le sabbie in zona soffolta, con la presenza delle scogliere, rischia di non portare benefici alle spiagge vicine, al punto tale che si potrebbe "non configurare come ripascimento sulla spiaggia sommersa ma come immersione deliberata in mare che non può avvenire entro le 3 miglia nautiche dalla linea di costa". Parole che suonano come un paletto in grado di stravolgere il progetto. Autorità Portuale ha 30 giorni per rispondere o deve chiedere una sospensione dell’iter.