Dossier all’Onu sul "disastro delle Apuane"

Un documento dell’associazione guidata sa Eros Tetti consegnato alla commissione Diritti Umani. E la pioggia imbianca le sorgenti

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Un dossier sul disastro della montagna è adesso sul tavolo della commissione Diritti umani dell’Onu, presentato dall’associazione “Salviamo le Apuane” che ha approfittato della visita in Italia del gruppo di lavoro dell’Organizzazione delle nazioni unite. Un documento che lega diritti umani e ambiente, come spiega Eros Tetti, "costruito con il prezioso contributo della dottoressa Chiara Macchi, ricercatrice in business and human rights dell’Università di Wageningen che da anni segue l’argomento". "Stiamo lavorando per portare con sempre più forza all’ attenzione internazionale il caso delle Alpi Apuane – commenta ancora Tetti, fondatore di Salviamo le Apuane ed esponente di Europa Verde –, rappresenta l’esempio di come la questione ambientale sia sempre più centrale. Il nostro diritto all’acqua ed ad un ambiente sano non può essere messo in secondo piano. La distruzione delle falde acquifere, la distruzione del nostro millenario paesaggio e la scelta di imporre un’economia a discapito delle altre viola i nostri diritti fondamentali". L’associazione sottolinea che grazie alla europarlamentare Eleonora Evi, sta lavorando per portare il caso a Bruxelles, con "proposte alternative serie e concrete per creare lavoro ed occupazione" e avviare "una vera transizione ecologica per questo grande territorio che include decine di paesi e diverse città".

Intanto il maltempo di questi giorni sta riportando a ‘galla’ il problema degli effetti dell’attività estrattiva sulle Apuane e sulle importanti sorgenti di acqua che caratterizzano tutto il complesso carsico, alcune fra le più importanti e ricche della Regione per l’uso potabile, come quella del Cartaro sopra Massa. Le piogge delle ultime ore hanno fatto innalzare il livello della torbidità delle sorgenti e di diversi corsi d’acqua, in gran parte a causa della marmettola, ossia polvere di marmo in sospensione. Marmettola che sgorga insieme alla sorgente d’acqua dal monte, come nel video pubblicato sui social dal gruppo Cai Tam di Massa, con un tag dedicato al Ministero della Transizione Ecologica, alla Regione, al Parco Alpi Apuane e al Comune di Massa, oltre che al sindaco Francesco Persiani, al presidente Eugenio Giani, all’assessora Monia Monni e ad Arpat.

Si vede l’acqua che sgorga dal ventre della montagna alla buca di Renara: acqua bianca come il latte, a tratti persino grigia. Basta fare un confronto con un altro video di poche ore prima per capire che qualcosa non va: una sorgente cristallina trasformata in una vasca di ‘latte’. Acqua che arriva qui da diversi punti delle Apuane: da Monte Pelato e Altissimo, da Monte Macina e dal settore occidentale del Monte Sella. Acqua che di solito è trasparente ma ora è color bianco marmettola.

FraSco