REDAZIONE MASSA CARRARA

Scandalo nella comunità religiosa, il sacerdote: "Troppa facilità nel giudizio"

Don Stefano durante la messa celebrata nella chiesa votiva di Groppino, frazione di Aulla, di proprietà dell'ex comunità 'Discepoli dell'Annunciazione'

Aulla difende i discepoli dell'Annunciazione

Massa Carrara, 30 gennaio 2020 - «Siamo peccatori ma siamo fiduciosi nella misericordia del Signore e confidiamo in lui»; «nella nostra società c'è troppo odio, troppo disprezzo. Una società in cui con troppa facilità si gettano giudizi addosso agli altri». Sono alcuni dei passaggi dell'omelia svolta oggi da don Stefano durante la messa celebrata nella chiesa votiva di Groppino, frazione di Aulla (Massa Carrara), di proprietà dell'ex comunità 'Discepoli dell'Annunciazione' il cui fondatore don Giglio Giliotti e altri otto religiosi che ne facevano parte sono indagati dalla procura di Prato per presunti abusi su due fratelli, minorenni all'epoca dei fatti contestati.

Subito dopo la messa don Stefano si è ritirato, senza rilasciare alcun commento anche in merito alle sue parole nell'omelia, nell'ex convento adiacente alla chiesa che sta ospitando lui e altri cinque ex componenti, tra cui don Giliotti, dei 'Discepoli dell'Annunciazione', associazione soppressa dalla Santa Sede a dicembre scorso. Fuori dalla chiesa intanto un gruppo di donne ha difeso don Giglio e gli altri confratelli: «Persone dolcissime hanno spiegato - discrete e buone. Ci sentiamo offese come comunità da tutto il fango sparso su di noi».