Carcere di Massa, detenuto aggredisce due agenti e il comandante

Lo rende noto il sindacato Osapp: "Continuano gli eventi critici in Toscana, senza che vengano adottati provvedimenti seri e definitivi nei confronti dei detenuti più violenti"

Carcere (immagine di repertorio)

Carcere (immagine di repertorio)

Massa, 28 dicembre 2022 - Detenuto aggredisce agenti della polizia penitenziaria nel carcere di Massa (Massa Carrara), tra loro perfino il comandante del reparto. Per fermarlo è stato necessario l'intervento di altri agenti di custodia. Lo riferisce il sindacato Osapp che pure sottolinea come la struttura di Massa sia considerata «un carcere a trattamento avanzato e istituto modello».

I fatti risalgono a martedì pomeriggio quando «un detenuto proveniente dal carcere di Spoleto ( Perugia), ove già si era reso responsabile di atti violenti nei confronti dei poliziotti penitenziari, senza alcun motivo, ha dapprima aggredito un ispettore e un assistente capo, successivamente ha tentato di colpire anche il comandante di reparto, non riuscendo nel suo scopo grazie all'intervento di altri colleghi subito intervenuti». Giuseppe Proietti Consalvi , vicesegretario generale del sindacato Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp) spiega che «continuano gli eventi critici nella regione Toscana, in particolare le aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria, senza che vengano adottati provvedimenti seri e definitivi nei confronti dei detenuti più violenti, al contrario l'ufficio detenuti del Provveditorato Regionale continua ad assegnare detenuti del genere in istituti o strutturalmente non idonei o in istituti, come quello di Massa, a trattamento avanzato, mettendo a serio rischio anche la partecipazione degli altri detenuti alle attività». «Nonostante le varie richieste da parte di questa organizzazione sindacale - conclude Proietti Consalvi -, per la rivisitazione dei circuiti penitenziari e nello specifico di Massa, ché torni ad essere un carcere a trattamento avanzato a tutti gli effetti, alcun segnale in tal senso proviene dagli uffici del Provveditorato regionale che, probabilmente, a questo punto, andrebbe commissariato»