Omicidi a Sarzana, Bedini nella cella di Provenzano. Minacciato di morte dagli albanesi

Il presunto killer di Sarzana in carcere a Novara ha accettato il test del Dna e salivale disposto dalla Procura

Le indagini e, nel riquadro, Daniele Bedini

Le indagini e, nel riquadro, Daniele Bedini

Massa Carrara, 14 settembre 2022 - Bedini nella stessa cella a Cuneo di Bernardo Provenzano. Secondo il legale Rinaldo Reboa sarebbe stato "minacciato di morte dagli albanesi, connazionali di Pjetri". Il presunto killer dei due omicidi di Sarzana di inizio giugno avrebbe accettato la richiesta della Procura di Spezia di sottoporti al test del Dna e della saliva il 22 settembre. Intanto i Ris di Parma avrebbero trovato una molecola di sangue che sarebbe compatibile con Nevila Pjetri tra la targa e la carrozzeria del 32enne carrarino. Mentre proseguono le indagini della Procura di Spezia, il legale di Daniele Bedini lamenta una mancanza nel diritto alla difesa: "Non c’è il principio territorialità, come la stessa Europa garantisce. Il mio assistito è in carcere per una pena che non riguarda i gravi reati per il cui è accusato. Il fatto che sia detenuto in aree lontane dai propri affetti, dai difensori, in isolamento e minacciato di morte è una barbarie del diritto. Appendiamolo a un ramo se lo consideriamo colpevole senza un processo e facciamo prima. Sta male fisicamente e psicologicamente: tutte queste fughe dal carcere credo siano sorrette da questo e dal fatto che sia stato minacciato. Il Dap Liguria potrebbe spostarlo a Marassi o anche Pisa, mica a Novara. Come facciamo a seguirlo: in atto gravi lesioni al diritto della difesa".

Il 32enne si trova recluso per una sentenza passata in giudicato che fa riferimento alla rapina avvenuta nel 2019 ai danni dell’agenzia Terrybell di Fossola. In quell’occasione il falegname venne riconosciuto dalle registrazioni delle telecamere di sicurezza: inconfondibile la sua camminata da bodybuilder e il tatuaggio maori sull’avambraccio. Il carrarino era stato arrestato dai carabinieri il 7 giugno perché sospettato degli omicidi di Nevila Pjetri, il primo avvenuto la notte tra sabato e domenica 5 giugno lungo la strada sterrata che costeggia lo stabilimento balneare Soleado a Marinella, il cui corpo è stato ritrovato a due chilometri di distanza nelle vicinanze del torrente Parmignola a Sarzana e della trans ’Camilla’ Carlo Bertolotti, la 43enne trans parrucchiera originaria di Ceparana, ma residente da un anno ad Albiano Magra, trovata senza vita a 3 chilometri dal primo omicidio, nelle vicinanze di Marinella di Sarzana la mattina di martedì 7 giugno, circa 24 ore dopo il primo ritrovamento.

Il carrarino indagato dalla Procura di Spezia per omicidio volontario. Bedini aveva tentato diverse volte la fuga da due distinti carceri (senza contare la prima la mattina del 7 giugno, quando i carabinieri si erano presentati alla porta della sua abitazione per dichiararlo in stato di fermo). Bedini tentò di scappare da Villa Andreino a Spezia fabbricandosi una corda rudimentale: durante l’ora d’aria aveva legato gli stracci a una finestra e si era calato nel vuoto. Il suo peso però strappò la corda e Bedini finì nel piazzale del carcere, con le guardie pronte ad aspettarlo. Venne portato in cella d’isolamento, prima del trasferimento a Cuneo.

Circa un mese dopo Bedini ci aveva poi riprovato un mese dopo, questa volta a Cuneo: a mani nude ha scavalcato la recinzione di passeggio della casa circondariale per poi arrampicarsi sul muro di cinta e sui condizionatori. Con grande agilità è poi arrivato sul tetto della palestra e, dopo essersi appeso ad un lampione, si è lanciato all’esterno della casa circondariale di massima sicurezza del Cerialdo. Conquistata la libertà si è messo a correre nei campi fino a raggiungere la stazione ferroviaria di Cuneo. Ma è stato bloccato da tre carabinieri in borghese: stava prendendo un treno per Fossano. Poi il trasferimento a Novara.