REDAZIONE MASSA CARRARA

"Cultura, gestione sconfortante". Caffaz attacca sui numeri dei musei

Il consigliere di opposizione affila le unghie sui visitatori del Mudac, uno al giorno, e del Carmi, sei

"Cultura, gestione sconfortante". Caffaz attacca sui numeri dei musei

Sconfortanti i numeri della cultura. Li snocciola il consigliere di opposizione Simone Caffaz che in un documento parla di "meno di 6 visitatori al giorno al Carmi, al Mudac appena uno".

Poi Caffaz sottolineando il disastro di Gea Dazzi e della dirigente Cinzia Compalati sottolinea come l’Università del tempo libero non sia ancora partita e registri un quarto degli iscritti del periodo storico".

Pur stabilendo che nelle iniziative culturali il numero di visitatori non è certo l’unico parametro, Caffaz parla di un "contesto sconfortante". "Partiamo dal Mudac, che nel periodo oggetto di attenzione è stato visitato complessivamente da 1934 persone, di cui soltanto 295 paganti per 273 giorni di apertura. La media è di quindi 1,08 visitatori paganti al giorno. La grande sproporzione tra paganti e visitatori è dovuta alle scuole e alle inaugurazioni e agli eventi gratuiti. È andata appena meglio al Carmi che nei primi dieci mesi dell’anno ha raccolto 3118 visitatori, di cui 1632 paganti. La media in questo caso è di 5,98 visitatori". Caffaz sottolinea poi lla chiusura del Museo del marmo "per supposta inagibilità".

"Numeri sconfortanti, con investimenti che non hanno portato alcun beneficio alla città". Non volendo atribuire ogni resèponsabilità a questa amministrazone, il consigliere parla di "un sistema museale concepito male e realizzato peggio". "Da anni diciamo che la Padula dovrebbe aprire all’arte contemporanea e che il Carmi non ha senso: nessuno verrà a vedere Michelangelo virtuale quando può vedere quello reale a Firenze. Il Mudac non è pervenuto. Sono questi i risultati di una classe politica miope e che non ha la struttura culturale né l’impulso politico per amministrare. Quello che la nuova amministrazione ha aggiunto rispetto a chi l’ha preceduta è l’incapacità di rilanciare queste strutture, in assenza di un progetto culturale complessivo e anche la patologica difficoltà nel gestire la gestione ordinaria".

"Arriviamo all’Università del tempo libero. Qui gli studenti iscritti erano 133, un quarto rispetto a qualche anno fa, a fronte di un costo di 50mila euro, di cui 25mila solo per gli insegnanti. E anche questo flop è attribuibile alla mancanza di progettualità del Comune che, quest’anno, non è ancora partito con i corsi nonostante l’inizio fissato per il 27 novembre. Tutto questo senza che la commissione consigliare abbia mai potuto discutere, bypassata dalla giunta e dagli uffici che preferiscono fare da sé".