Massa, la Croce Bianca chiude e licenzia. Adesso si spera nella Croce Verde

La Cgil: "La linea è salvare il salvabile, cercare di far prendere i soldi ai lavoratori, mantenere l’occupazione"

Militi della Croce Bianca sopra una delle loro ambulanze

Militi della Croce Bianca sopra una delle loro ambulanze

Massa, 26 luglio 2022 - Settimana di fuoco per la Croce Bianca: le pratiche si dovrebbero chiudere entro fine mese ma manca una data certa, come conferma il segretario della Fp Cgil, Alessio Menconi: "Anche stamani ho sentito Lo Cicero di Anpas e gli ho detto di mandarci qualcosa di scritto perché le persone mi chiedono quando ci sarà la sottoscrizione degli accordi sindacali. Io so a fine mese ma devono mandarmi la mail con la conferma".

Accordi che prevedono come ultimo atto della Croce Bianca il licenziamento dei 12 dipendenti, poi si cercherà di ottenere il pagamento degli stipendi arretrati, almeno in parte e nei limiti del possibile, tramite Anpas. Per poi sperare nella rinascita tramite la Croce Verde di Montignoso alla cui guida ci sarà in questa prima fase Luigi Remaschi. "La linea della Fp Cgil è– prosegue Menconi - è salvare il salvabile, cercare di far prendere i soldi ai lavoratori, mantenere i livelli occupazionali. Poi se qualche dipendente deciderà di fare di testa propria sarà una sua scelta". Per ora si parla di disoccupazione per i 12 dipendenti licenziati che potranno così avere accesso per due anni agli ammortizzatori sociali: "Non vorremmo aspettare due anni per vedere riassorbiti i lavoratori – conclude Menconi -. Quando la Croce Verde di Montignoso inizierà a fare i servizi speriamo che potrà assorbire qualcuno".

La notizia della fine della Croce Bianca di Massa ha scosso il mondo della politica. "E’ inaccettabile che sul nostro territorio si perdano per l’ennesima volta posti di lavoro in un contesto sociale già devastato– scrivono i Carc -. È inaccettabile che a livello di istituzioni territoriali e sindacali, così come di Anpas Toscana, si liquidi la questione con un ‘accordo tombale’ che garantirebbe ai lavoratori licenziati tre mensilità e il Tfr. Peccato che i lavoratori già da aprile non ricevono lo stipendio, si tratta di soldi loro e che il Tfr viene pagato dall’Inps. Proviamo vergogna per chi spaccia tale accordo come l’unica via percorribile".

"Una perdita dolorosa per il territorio, siamo vicini ai 12 dipendenti ai quali va assicurata in breve tempo una nuova occupazione – scrivono il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi e i dirigenti locali Marco Guidi e Alessandro Amorese -. La Regione Toscana deve fra quadrato attorno al mondo del volontariato per salvaguardare servizi essenziali, un mondo che sta vivendo una grave crisi a causa dei rincari del carburante e delle bollette di luce e gas. E’ a rischio la tenuta dell’intero settore delle pubbliche assistenze".