Crac Volpi: otto anni al costruttore. Condannato per bancarotta

Assolti i tre professionisti coinvolti nell’inchiesta da 13 milioni

Il giudice Fabrizio Garofalo

Il giudice Fabrizio Garofalo

Massa Carrara, 12 gennaio 2017 -  CONDANNATO a otto anni Giuseppe Volpi. Si è chiuso ieri in tribunale a Massa davanti al giudice Fabrizio Garofalo il processo che vedeva imputato per bancarotta fraudolenta il presidente della Volpi Holding e tre professionisti. Così per il costruttore edile il giudice ha previsto 8 anni di reclusione e 300mila euro di risarcimento danni per tre imprese fallite nel mega crac di circa 13 milioni.

SONO stati assolti, per non aver commesso il fatto, i tre professionisti che furono coinvolti nell’inchiesta sul mega fallimento: si tratta del consulente fiscale svizzero Rudy Cereghetti che, fu accusato di essersi occupato in prima persona della creazione delle società estere per distrarre i beni della holding Volpi; dell’avvocato Bruno Tavarelli che avrebbe ideato, secondo il pm Roberta Moramarco, con Volpi e Cereghetti, il vorticoso giro di cessioni immobiliari finalizzato alla distrazione dei beni e pianificato il fallimento delle società del gruppo Volpi, e Stefano Della Santina, dottore commercialista e detentore delle scritture contabili delle società che facevano capo al Volpi, accusato dalla procura di aver accompagnato il costruttore edile agli incontri col Cereghetti, fornendo consigli «per la realizzazione del piano».

Tutti e quattro erano stati coinvolti in un fallimento milionario nell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Roberta Moramarco.

TUTTI e tre i professionisti sono stati assolti per non aver commesso il fatto.

I fatti risalgono al 2007 e si riferiscono alla costruzione nel Comune di Carrara del complesso residenziale «I loggiati» a San Francesco, beni in viale Colombo 121 e altri nel Comune di Fosdinovo e di Uzzano (Pistoia).

L’inchiesta partì dopo la denuncia di un cittadino che aveva versato una caparra di 78mila euro per l’acquisto di un appartamento.

Il costruttore prima e dopo il fallimento (luglio 2007) avrebbe trasferito i beni immobili, per distrarli, da una società all’altra secondo un sistema di scatole cinesi.

IERI la fine di un lungo iter giudiziario giunto a sentenza nel processo di primo grado, dopo 9 anni, dopo che in aula di tribunale sono passati numerosi testimoni e dopo la lettura di faldoni di intercettazioni telefoniche che hanno inchiodato il costruttore.