
White Marble Marathon 2019
Carrara, 21 marzo 2020 - «Volete correre? Fate come Nelson Mandela quando era in carcere: corsa sul posto per un’ora e mezzo". Non usa mezzi termini il patron della White marble marathon, Paolo Barghini: colui che normalmente incita alla corsa, adesso invita al divano. "Dovete stare a casa. Io come del resto altri, soffro questo momento, ma adesso è il momento di fermarsi: per coloro che stanno lottando per contrastare il Coronavirus".
E se lo dice un professionista del settore, abbandonare la corsa quotidiana diventa una scelta saggia e di senso civico. Barghini ha iniziato a correre nel 2002, "come tanti quarantenni – racconta – per rimettermi in forma. Dopo un anno e mezzo ho incontrato un amico che mi ha invitato alla maratona di Firenze e lì ho scoperto che ero portato per correre. Nel 2004 poi ho partecipato ai campionati europei della 100 chilometri a Firenze e sono arrivato 50esimo. Poi la Maraton de sables nel deserto, in Marocco: 28esimo".
Il patron della Maratona del marmo, che quest’anno ha portato oltre 1500 atleti, racconta la quarantena forzata dei suoi atleti. "Ho iniziato a fare l’allenatore dei maratoneti. In questo periodo stanno affrontando la quarantena con sofferenza: gente abituata a correre tutti i giorni decine di chilometri, centinaia a settimana. Questo riposo forzato lo soffrono anche da punto di vista mentale. Non è facile spegnere il fisico, la corsa diventa una parte della routine quotidiana. Se ti fermi improvvisamente dopo che sei abituato a uscire tutti i giorni, spegnersi non è facile. Chi può e vuole restare in forma può fare ginnastica sul tappeto. In questo momento il mondo della corsa è tutto bloccato, la White marble marathon è stata l’ultima maratona in Italia. Le gare sono tutte sospese. Se non avete il tapis ruolant potete fare la cyclette. Dovete stare a casa. Ho notato che hanno iniziato a correre persone mai viste prima, con abbigliamento improbabile. Utilizzano la corsa per una scusa per uscire di casa, perché il running viene percepito come attività di svago. In questo momento contiamo giornalmente 500 morti al giorno: Ci sono situazioni molto critiche in Italia, mio fratello lavora 14 ore al giorno all’Asl al Versilia. E’ irrispettoso per la gente che soffre, che muore, andare a correre in questo momento. Personalmente faccio tappeto, mi svago un po’, seguo mio figlio nei compiti e fortunatamente ho un pezzetto di giardino: con lui ci ritagliamo i nostri momenti all’aperto per fare ginnastica, con il pallone ed esercizi con piccoli video che gli mandano da scuola che lui deve ripetere". © RIPRODUZIONE RISERVATA