REDAZIONE MASSA CARRARA

Corona di fiori in Comune "Noi come i partigiani"

Il popolo dei “No Green Pass“ di nuovo in marcia contro la misura governativa. Presente anche il medico radiato Dario Miedico: "Siamo per la libertà di scelta"

"State difendendo lo stesso apparato che ci ha portato al tracollo. Voi siete la malattia, non la cura". È stato ancora una volta Giulio Milani, leader del gruppo “Rivoluzione Allegra“, a guidare il popolo massese dei “No Green pass“ fra le strade del centro. La nuova manifestazione di protesta, iniziata ieri alle 15 in piazza Berlinguer, ha visto la partecipazione di oltre cento persone, che dopo aver ascoltato diversi interventi dal palco della prima tappa hanno sfilato in corteo verso il Comune, prima di proseguire per via Aurelia. Giunti davanti al Municipio gli organizzatori hanno simbolicamente deposto una corona di fiori fra i portici. "La libertà si testimonia", ha urlato Milani al microfono ricordando i martiri della Seconda guerra mondiale: "Darci dei fascisti è un alibi perfetto. Gli stessi che lottavano contro il decreto Salvini oggi dicono che il Green pass non si tocca perché è una legge dello Stato. Tutte le multinazionali e i poteri forti a favore dei vaccini. Il vostro è un antifascismo di facciata". Nel corso dell’evento era presente anche un banchetto per la raccolta firme del referendum abrogativo sul Green pass.

Fra gli ospiti c’era anche Dario Miedico, medico legale pluriottantenne appena radiato dall’Ordine dei medici di Milano. "Ma la radiazione per noi equivale a un’onoreficenza", ha precisato la conduttrice presentandolo. "Ovunque vada trovo sempre più persone – ha esordito Miedico –. Non sono un no vax, sono per la libertà di scelta. Il vaccino contro la malaria in Africa è stato sperimentato per 15 anni. Qui ce lo hanno dato in tre mesi. Che l’epidemia stia finendo grazie ai vaccini è una balla". Ma all’evento era presente anche un altro medico, Roberto Lanzi, sospeso dall’Ordine di Cremona. Dopo di loro ha preso la parola l’avvocato Elena Dragagna, impegnata a sostenere l’illegittimità costituzionale della certificazione verde: "Queste non sono “limitazioni“ alla libertà di movimento, perché in pratica viene impedito di uscire di casa senza. Sono arresti domiciliari, come una misura cautelare del giudice". A intervenire è stato poi Luciano Mattioli, portavoce di un gruppo parmense che sta progettando una struttura polifunzionale per accogliere "gli esclusi dal Green pass".