REDAZIONE MASSA CARRARA

"Contributo per l’estrazione: è un indennizzo per la collettività"

"Il contributo di estrazione non costituisce un tributo, bensì un indennizzo disposto a favore della collettività per i danni conseguenti allo sfruttamento della risorsa marmo". E’ quanto, tra l’altro, ha messo nero su bianco da una sentenza del Tar dello scorso agosto che ha respinto ben cinque ricorsi presentati dall’Associazione industriali e da numerose imprese carraresi che contestavano la costituzionalità delle delibere di giunta e di consiglio comunale che nella primavera del 2015 fissavano i nuovi paletti in base ai quali definire quanto le singole aziende avrebbero dovuto versare a Comune e Regione per quanto portavano a valle. Una decisione, quella dei giudici fiorentini, contro cui oggi quelle stesse aziende, con alle testa sempre Confindustria, hanno deciso di ricorrere al Consiglio di stato aprendo così l’ennesima vertenza tra Comune e mondo del lapideo. In primo grado palazzo Civico era stato rappresentato da Domenico Iaria, ma ora la giunta con una delibera ad hoc ha appena dato il via libera alla costituzione in giudizio dell’ente e, parallelamente, ha incaricato il dirigente del settore Marmo Giuseppe Bruschi di individuare un legale che ne curi gli interessi. Come già successo per il primo grado si tratta, d’altronde, di una partita molto importante per l’intero settore visto che nel mirino delle aziende ci sono quei provvedimenti deliberati da palazzo civico dopo l’approvazione della nuova legge regionale e che fissano nel 10 per cento del valore medio del materiale estratto l’aliquota del contributo d’estrazione e nel 5 quella del canone concessione. Nei vari ricorsi le ditte avevano, tra l’altro, sottolineato come altrove si applichino aliquote "nettamente inferiori" rispetto a quelle previste nel nostro distretto. Un differente trattamento, tuttavia, che secondo i giudici fiorentini sarebbe dovuto alla particolarità e al pregio dei materiali estratte nelle nostre montagne.