Coltivazioni e articolo 21 Legambiente all’attacco

Lettera aperta alla sindaca Serena Arrighi: "Serve maggiore trasparenza". Gli ambientalisti chiedono i progetti presentati per prorogare le concessioni

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"Chiediamo alla sindaca trasparenza su cave e articolo 21". Questa la richiesta di Legambiente Carrara alla prima cittadina con una lettera scritta dalla presidente Mariapaola Antonioli in cui sono toccati due dei principali temi su cui da tempo si batte il gruppo ambientalista locale: i quantitativi annui dei materiali estratti dalle cave, dati su cui La Nazione aveva fornito alcuni numeri pochi giorni fa, e la documentazione dei progetti presentati dalle cave per l’articolo 21.

"Dal 2006 chiediamo alle diverse amministrazioni succedutesi – spiega Legambiente - che sulle cave venissero dissipate le nebbie di un mondo che dovrebbe essere limpido. Dopo l’iniziale diniego a rilasciarci i dati sulle quantità escavate da ciascuna cava, che ci ha costretto a rivolgerci al difensore civico e a presentare un esposto alla Procura, i dati ci sono stati consegnati, ma in forma anonima. Le cave sono state contrassegnate con un numero di fantasia al fine di impedirne l’identificazione, costringendoci a chiedere lo storico degli anni precedenti. Le amministrazioni precedenti hanno obiettato che una pubblicazione vera dei dati sarebbe stata in contrasto con le norme sulla privacy, dimenticando però che il regolamento europeo per la tutela dei dati si riferisce ai dati personali delle persone fisiche ma non si estende alle persone giuridiche, come le società".

"Le imprese sono – proseguono gli ambientalisti –, per legge, sottoposte all’obbligo di pubblicare i propri dati compresi i bilanci, che sono liberamente accessibili, ad esempio con una visura camerale. Rinnoviamo pertanto questo invito alla trasparenza a lei e alla sua giunta". L’appello di Legambiente alla sindaca si sposta infine sui progetti dell’articolo 21, con la richiesta affinché vengano resi pubblici nella più totale trasparenza.

"Ad oggi sono usciti solo i titoli o qualche riga riassuntiva – prosegue Legambiente – e non vogliamo riproporre le forti obiezioni che abbiamo manifestato sull’articolo 21 e sul regolamento applicativo. I progetti siano resi conoscibili a tutti nei loro dettagli sia perché funzionali ad ottenere un beneficio su un bene pubblico come le cave, e sia per il loro essere progetti di interesse generale per il territorio, in grado di generare un impatto positivo su occupazione, ambiente e infrastrutture. E’ più che legittimo che la collettività sia in grado di maturare una propria fondata opinione circa la sussistenza o meno di un effettivo interesse generale".