FRANCESCA FREDIANI
Cronaca

Colon retto, il traguardo. Premio all’oncologa Ambrosini

I pazienti della ricercatrice hanno risposto bene alla terapia: Il riconoscimento dell’Irccs

Margherita Ambrosini, 32 anni

Margherita Ambrosini, 32 anni

Si chiama Margherita Ambrosini, ha 32 anni ed è appena stata premiata alla Fondazione Irccs. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in occasione della Giornata della Ricerca e dei Ricercatori ha conferito un premio alla specialista per i suoi studi su un gruppo di pazienti con tumore al colon retto avanzato con una mutazione rara (Pol E) che rispondevano bene all’immunoterapia. Margherita è un’eccellenza di Carrara: si è diplomata al liceo scientifico Marconi e poi ha frequentato la facoltà di Medicina e Chirurgia di Pisa dove si è appassionata l’ultimo anno al percorso dell’Oncologia in reparto con il professor Alfredo Falcone e la professoressa Chiara Cremolini.

Ha svolto il lavoro di tesi sull’oncologia gastrointestinale e successivamente ha vinto il concorso per la specializzazione all’Istituto Nazionale Tumori di Milano dove ha continuato a occuparsi di oncologia gastrointestinale. Nel 2024 ha fatto un anno di formazione e ricerca a Parigi all’Ospedale Europeo Georges Pompidou dove si è occupata di ricerca a tempo pieno e si è specializzata a novembre scorso. Adesso lavora come dirigente medico nel gruppo dell’oncologia gastrointestinale dell’Istituto Tumori di Milano, il suo mentore è il direttore dottor Filippo Pietrantonio. Il premio le è stato assegnato in base al curriculum e per la pubblicazione nell’anno precedente di una ricerca svolta in collaborazione con un team di Europa e Usa su un gruppo di pazienti con tumore al colon retto avanzato con una mutazione rara (Pol E), meno dell’1 per cento di tutti i pazienti con tumore al colon retto, per cui l’immunoterapia dà eccellenti risultati garantendo sopravvivenze a lungo termine senza precedenti, che superano quelle della chemioterapia, per cui cambia radicalmente la prognosi di questi pazienti.

"Vorrei continuare a occuparmi della parte clinica ma anche della ricerca che in oncologia è fondamentale - dice Margherita - è un campo che cambia da un anno all’altro, ci sono nuove tecnologie, nuove medicine, per alcuni versi la prognosi è molto migliorata, per altri c’è ancora tanto da fare ed è questo ciò che mi motiva a continuare ad occuparmi quotidianamente dell’ambito oncologico". Nel (poco) tempo libero che le rimane, Margherita si dedica ai suoi affetti: torna a trovare i genitori e gli amici a Carrara, le piace andare in montagna e andare a nuotare.

Francesca Frediani