‘Cima’ senza personale. Solo 9 posti su 19 coperti dopo il maxi concorso

I sindacati Cgil, Cisl e Uil lanciano l’allarme per le carenze di organico. Il Centro Interforze di Munizionamento passato da 450 a 100 dipendenti .

‘Cima’ senza personale. Solo 9 posti su 19 coperti  dopo il maxi concorso

‘Cima’ senza personale. Solo 9 posti su 19 coperti dopo il maxi concorso

Gravi carenze organiche al Centro Interforze Munizionamento Cima di Aulla: è l’allarme lanciato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil della Funzione Pubblica, preoccupati per le sorti del centro. Infrante le speranze riposte nel maxi concorso indetto lo scorso anno dal Ministero della Difesa che, al termine dell’iter procedurale durato 12 mesi, ha palesato dati tutt’altro che confortanti: meno del 50% ha accettato l’impiego presso il Dicastero a livello nazionale e, nello specifico, meno del 30 nel Centro aullese. Tradotto: dei 28 posti assegnabili ad Aulla, solo 9 saranno coperti mentre 19 resteranno vuoti in uno stabilimento che in origine garantiva un lavoro a 450 persone, occupati scesi negli ultimi 11 anni a 100 unità. "Il fallimento di questi concorsi – commentano – si riflette negativamente sul nostro territorio, povero di posti di lavoro e che aspettava da tempo la risposta di un ente importante per tutta la provincia".

E le previsioni per il futuro preoccupano ancor di più: a fronte dei pensionamenti massicci dei prossimi due anni saranno molti più i lavoratori in uscita di quelli in entrata. Ma il maxi concorso è solo la punta di un iceberg sedimentato negli anni e che ha il suo strato più profondo nel blocco del turnover e nei tagli alle piante organiche derivanti dalla legge Di Paola del 2012. Anni ed anni di erosione della forza lavoro, frutto di un’alchimia basata sul delicato equilibrio tra le voci di bilancio della Difesa ed il miglioramento della qualità dello strumento militare. Unanime il messaggio delle sigle sindacali: "Ci troviamo di fronte ad un dato che deve far riflettere tutte le figure della nostra Direzione Generale coinvolte". Cosa non ha funzionato nel maxi concorso? "A nostro parere questa formula dei concorsi nazionali genera molte rinunce da parte dei vincitori fuori sede, poiché c’è innanzitutto una questione economica: stipendi inadeguati che non permettono di vivere fuori sede e di far fronte ad affitto, bollette, caro vita eccetera".

"Un’occasione persa" secondo Marco Riani di Cisl Fp Toscana Nord. Determinante, secondo Renzo Amorfini di Uil Difesa Massa Carrara, il fattore economico per chi ha ricevuto una destinazione fuori area ma anche "le difficoltà delle prove concorsuali con domande che superavano di gran lunga il grado di istruzione richiesto, ovvero il diploma". Amareggiato Danilo Cestaro di Flp La Spezia-Massa Carrara: "Ci siamo prodigati fin dall’inizio affinché la nostra direzione generale adottasse tutte le misure previste per ottimizzare l’immissione di capitale umano nel il nostro Dicastero. I risultati riflettono il fallimento di una classe dirigente probabilmente inadeguata".

Michela Carlotti