Chiesta la presenza di Arpat all’inchiesta sulla discarica

Alla seconda riunione dell'inchiesta pubblica sulla discarica ex Cava Fornace, cittadini e istituzioni chiedono alla presidente di convocare Arpat per conoscere i dettagli del monitoraggio effettuato nel 2023. Si discute anche sui tempi stretti per la discussione del progetto e sull'assenza dell'amministrazione di Montignoso.

Il tempo non basta e neppure le rassicurazioni, tecniche o politiche. Per questo i cittadini e le istituzioni presenti alla seconda riunione dell’inchiesta pubblica sul completamento del progetto di riempimento per la discarica ex Cava Fornace, presentato da Programma Ambiente Apuane, hanno chiesto alla presidente Ottavia Cardillo di convocare anche Arpat. L’obiettivo è far presentare ai tecnici dell’agenzia regionale i dettagli dell’ultimo monitoraggio sulla discarica effettuato nel 2023 e da cui emergerebbero ulteriori criticità sull’impianto e l’area circostante.

Documento che per ora non è ancora stato reso pubblico. La presidente Cardillo, affiancata dai commissari di parte, Andrea Piccinini e Francesca Aiello, ha detto che la commissione d’inchiesta non ha poteri di ‘convocazione’ formale quindi si tenterà la strada dell’invito, che Arpat potrebbe comunque declinare. L’altro fronte di battaglia è quello dei tempi strettissimi per la discussione del progetto, da completare entro il 7 gennaio: cittadini e rappresentanti delle istituzioni hanno reiterato una proposta di sospensione fino alla consegna da parte di Programma Ambiente Apuane dei documenti integrativi richiesti nell’ambito del Paur regionale tuttavia a oggi non è chiaro se sia possibile concederla, mentre qualcuno propone di chiedere un parere all’avvocatura regionale. La seconda giornata di discussione ha dato spazio agli interventi degli osservanti.

E’ prevista la convocazione di una terza seduta per gli interventi di altri cittadini per poi dare la parola alle risposte di Programma Ambiente Apuane. Il comitato per la chiusura della discarica critica ancora le modalità dell’inchiesta pubblica: "Siamo nella situazione paradossale in cui la Regione scarica sulla presidente la responsabilità di decidere, e la presidente scarica sulla Regione la rigidità dell’impostazione". Il Comitato sottolinea inoltre un "piano di monitoraggio proposto dal gestore inadeguato ai volumi di conferimento previsti" e denuncia "con profondo sdegno l’assenza dell’amministrazione di Montignoso".