Cermec, ok la bonifica "Ma senza svendersi"

Sindacati preoccupati per il futuro dell’azienda: "A rischio progetti e investimenti". Cgil e Uil denunciano la chiusura delle linee di recupero della carta e della plastica

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Per avere risorse sulla bonifica il Cermec potrebbe essere costretto a… vendersi l’anima. Che per un’azienda sono i progetti per il futuro, gli investimenti e l’occupazione che può garantire al territorio.

A lanciare l’allarme sono le Rsa della società consortile, Emanuele Fregosi della Fp Cgil e Alessia Salvatori della Uiltrasporti così come emerso dall’ultimo incontro aziendale che sarebbe stato disertato da Ato Toscana Costa e Comune di Massa: "A quanto si è saputo nella bozza di contratto in via di definizione, per garantire a Cermec il finanziamento delle bonifiche e degli adeguamenti dell’Autorizzazione integrata ambientale, Aia che, tra l’altro, erano precisi impegni assunti dai soci in sede concordataria, lo stesso Cermec dovrà sottoscrivere un atto nel quale si decreta la chiusura delle linee di recupero di carta e cartone e della plastica, che andranno a Pioppogatto, impianto gestito dalla Società operativa locale (così sono chiamate le aziende che fanno parte della grande costellazione di RetiAmbiente ndr) Ersu".

Cosa significa? In tal caso, Cermec potrebbe avere sì le risorse per fare le bonifiche dei terreni e della falda dove poi realizzare il biodigestore con produzione di biogas tramite le risorse del Pnrr, investimento da 36 milioni di euro, ma dovrebbe accontentarsi di trattare solo la frazione umida. Tutto il resto, in particolare il multimateriale che garantisce occupazione e flussi di denaro dalle operazioni di riciclo, andrebbe ancora fuori provincia. Con buona pace quindi anche del progetto da 7,5 milioni di euro comunque in graduatoria Pnrr che voleva utilizzare i capannoni ex ErreErre per realizzare un impianto automatizzato per la gestione di carta, cartone e multimateriale così da garantire un’occupazione complessiva di circa 40 o 50 dipendenti. Il solo biodigestore, infatti, a pieno regime permetterebbe di dare lavoro solo a 29 persone.

E questo è un problema che preoccupa i sindacati. Perché nonostante i tagli ancora oggi Cermec impiega una quarantina di persone. "Non è solo un problema di garanzia del nostro posto di lavoro ma del ruolo che un’azienda pubblica dovrà avere nel nuovo panorama del ciclo dei rifiuti a livello d’Ambito Toscana-costa – incalzano –. L’impressione è che oggi si guardi al Cermec come una merce da svendere". I sindacati ricordano lo sforzo fatto dai lavoratori, con tagli e blocco del turn over, passati da 58 a 40 in organico: "Vero, i rifiuti indifferenziati sono diminuiti in quantità ma sono aumentate le raccolte differenziate cioè quelle a più alta intensità di manodopera. Il taglio all’occupazione, quindi, non è stato ‘neutro’ per i lavoratori di Cermec".

Sforzi che oggi sembrano essere dimenticati con i sindacati che ringraziano l’amministrazione di Carrara per gli sforzi fatti per dare un futuro a Cermec "cosa che non riscontriamo nei ‘pari’ massesi. Non saremo più una Sol. Vorremmo però non doverci rassegnare ad essere lasciati soli".