
Gli ambientalisti contrari al biodigestore sostengono la battaglia del sindaco di Pisa "L’impianto non è ammesso al bando dei fondi Pnrr: aumenterebbe le tariffe" .
Il ricorso al Tar depositato dal Comune di Pisa contro il progetto di revamping del Cermec, con tutte le questioni societarie, finanziarie ed economiche legate a doppio filo con RetiAmbiente, trova d’accordo la Rete delle Associazioni e dei Comitati contrari al Biodigestore del Cermec e il Coordinamento Nazionale Terre Nostre (Cremona). La rete plaude infatti alla scelta del sindaco Michele Conti, ribadendo come l’impianto non sia "ammesso al bando dei fondi Pnrr con immediato impatto sulle tariffe Tari dei cittadini". "Plaudiamo al sindaco di Pisa per aver intrapreso l’azione legale soprattutto per il valore politico importante che assume riportando al centro una scelta politica deliberata da 100 sindaci avvenuta senza informazione, partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, come peraltro impone la normativa vigente – scrivono –. Come rete di cittadini sul territorio, già nel marzo 2023 avevamo chiesto al Presidente della Regione Toscana Giani e ai comuni di Massa e Carrara di prendere parte al processo decisionale attraverso un percorso partecipato. Richiesta ignorata".
Ricordano inoltre il costo previsto, 42 milioni di euro, che, a loro dire, "lieviterà negli anni di realizzazione come hanno già dimostrato diverse altre situazioni. Ad oggi rimane incomprensibile e forse mai discusso nei consigli comunali il Piano Economico Finanziario del biodigestore del Cermec. Le doverose domande che si sono posti il sindaco Conti di Pisa e il consigliere Mirabella di Carrara sulla sostenibilità e liceità dell’operazione biodigestore sembrerebbero testimoniare che l’assemblea dei sindaci non ha esercitato il controllo analogo, obbligo di legge, prima di deliberare la decisione di realizzare il biodigestore".
Le due realtà ribadiscono "l’urgente necessità di una convocazione dell’assemblea dei 100 sindaci" che metta al centro nuove politiche per la gestione dei rifiuti. Infine, rispetto al biodigestore Cermec, chiedono "l’annullamento o revoca in autotutela della delibera assembleare di scelta del biodigestore" oltre alla bonifica del suolo e delle falde dell’area Cermec.