“Cento castelli” E si alzano i ponti levatoi

Due weekend di visite organizzate dall’Istituto Valorizzazione con la collaborazione di Comuni, associazioni, comitati e proprietari

“Cento castelli” E si alzano i ponti levatoi
“Cento castelli” E si alzano i ponti levatoi

Cento castelli raccontano una Lunigiana medievale murata, oggi patrimonio storico da valorizzare non solo in funzione della memoria. Dalle celebrazioni dantesche del 1906, alla pubblicazione di ‘Castelli della Lunigiana’ del 1927 per arrivare alle proposte di recupero della rete di fortificazioni e muraglie degli anni Ottanta attraverso progetti sistematici (come prevedeva il disegno di legge firmato da Valdo Spini) i castelli sono stati il simbolo del territorio, grazie anche alla ricerca storica. Per scoprire le antiche fortezze e i suggestivi manieri l’Istituto di valorizzazione dei castelli nei fine settimana del 23 e 24 settembre e del 21 e 22 ottobre lancia due weekend per poter visitare 13 castelli grazie alla collaborazione di Sigeric, Pro Loco Castello di Comano, Comitato Giovagallo Luogo Dantesco, proprietari pubblici e privati.

La Lunigiana è un territorio in cui si intrecciano storie di stele, pietre antropomorfe prodotte dalla civiltà del territorio dal III millennio al VI secolo avanti Cristo, strade come la Francigena con le sue numerose diramazioni che attraversavano l’Appennino, castelli, feudi e pievi, palazzi e ville. Senza dimenticare i borghi arroccati tra la magia delle montagne e del mare. Castelli, pievi e borghi sono considerati un sistema culturale che può avere risvolti interessanti sotto il profilo turistico, ma la strada per recuperare realmente tutte le strutture medievali è ancora lunga.

L’Ivc vuole valorizzare una buona parte di quelli visitabili. In maggioranza sono stati eretti dai Malaspina che nel 1221 si divisero i possedimenti e i feudi della Lunigiana dando vita ai due rami dello Spino secco (alla destra del fiume Magra) e dello Spino fiorito (alla sinistra). A Pontremoli il castello pubblico non malaspiniano, le cui origini risalgono al X secolo,ha sempre rappresentato il valore strategico del borgo, sottolineato anche da Federico II (‘clavis et ianua’ per entrare in territorio toscano). A Lusuolo s’innalza la struttura militare ricostruita nel 1610, dopo una precedente parziale demolizione. Ad Aulla,centro sorto attorno all’antica Abazia di San Caprasio che risale all’884, si eleva il castello cinquecentesco della Brunella, fatto costruire da Giovanni delle Bande Nere. A Fivizzano si staglia tra le montagne il castello malaspiniano della Verrucola, la cui prima memoria risale al 1044. Quel che resta del castello di Giovagallo dove Dante fu accolto dal marchese Moroello Malaspina e dalla moglie Alagia Fieschi, è stato donato al Comune di Tresana dalla famiglia Antoniotti che ne deteneva la proprietà. E sono solo alcuni.

Il prossimo weekend dunque saranno aperti la Fortezza della Brunella di Aulla (ore 10-12.30 e 16-18.30); Castello Malaspina di Lusuolo a Mulazzo (ore 10-12.30); Castello del Piagnaro di Pontremoli (10- 18.30); Castello Malaspina di Massa (10.30-13 e 17-20). Sabato 23 apertura straordinaria con prenotazione obbligatoria del Castello Malaspina di Tresana alle 11, domenica 24 quello di Bastia a Licciana Nardi sempre alle 11 e quello di Monti di Licciana alle 15.

Natalino Benacci