"Parenti troppo tifosi: mio figlio escluso dalla squadra di calcio"

Il racconto di una mamma: il bimbo militava in una giovanile della Carrarese

Calcio giovanile (foto d’archivio)

Calcio giovanile (foto d’archivio)

Carrara, 2 giugno 2023 – La troppa pressione attorno a un ragazzino può avere effetti deleteri. Ecco così che un tredicenne ha dovuto lasciare le giovanili della Carrarese a causa di parenti troppo...tifosi.

A raccontarlo è stata la mamma in una lettera aperta inviata alla nostra redazione: "Mio figlio ormai da quattro anni militava in una squadra del settore giovanile professionistico della nostra città ma ne è stato cacciato a fine stagione, da un giorno all’altro, senza nessun preavviso o ammonimento precedente. E’ sempre stato presente agli allenamenti e convocato alle partite, educato e corretto con il mister ed i compagni, pronto al sacrificio e alle levate la mattina presto per il campionato rinunciando al cinema o ai compleanni degli amici se il giorno dopo doveva essere in campo".

«L’unico suo punto debole è avere un padre e un nonno troppo tifosi – prosegue –, troppo critici, troppo invadenti a bordo campo e sulle tribune. Il risultato è che il bimbo è stato espulso dalla squadra malgrado fosse elemento meritevole e confermato per la prossima stagione. E’ deplorevole il comportamento dei due adulti a lui vicino, condannabile e giustamente punibile.

E’ stato scelto, invece, di fare pagare le conseguenze al minore. Ho chiesto a chi ha messo in atto questo provvedimento disciplinare se potesse limitarsi ad un allontanamento delle persone non gradite dai campi da gioco ma ciò secondo il loro regolamento non è stato possibile. Non si può immaginare cosa significa dover dire ad un ragazzino una cosa del genere; le lacrime, l’amarezza, la delusione, il senso di impotenza di una mamma, la sua preoccupazione per la risposta da dare alle domande dei compagni a scuola. Ecco cosa hanno creato gli adulti che impongono le loro scelte e privano i ragazzi dei loro sogni".

«In tutto questo – conclude –, però, devo solo ringraziare chi invece già il giorno dopo si è attivato per ridargli un sorriso e la voglia di giocare e divertirsi. Ringrazio tutto lo staff della società dilettantistica di Carrara che lo accolto e si sta dando da fare per rimetterlo subito in campo e ridargli quella fiducia in sé stesso e, spero, di nuovo negli adulti. Spero che l’esperienza negativa di mio figlio sia di monito per tutti quei genitori che invadono lo spazio dei propri figli e gli levano la libertà di esprimersi al meglio".