ANDREA LUPARIA
Cronaca

Cucciolo muore, la padrona denuncia il venditore

Nel processo in corso a Massa si è parlato anche di cani importati dalla Slovacchia

L’avvocato Valter Mattarocci

Massa, 29 aprile 2016 - Si è parlato di cani importati illegalmente in Italia e di cuccioli morti ieri mattina in Tribunale a Massa. Davanti al giudice Alessandro Trinci, si sono seduti al banco dei testimoni la moglie del titolare di un noto negozio di animali (ora chiuso) e un commerciante campano, che ha detto di fare da intermediario nella compra-vendita di animali. Tutto è partito dalla querela presentata da Lisa, una giovane massese che ieri era in aula, seduta accanto al legale che rappresenta la parte civile, l’avvocato Valter Mattarocci.

Il fatto è accaduto il 28 aprile 2012. E quattro anni dopo il processo è vicino alla conclusione. Tra i capi d’accusa truffa e l’aver introdotto nel territorio nazionale animali di provenienza estera senza il sistema di identificazione e le necessarie certificazioni sanitarie. Non a caso il cucciolo doveva venire da Napoli ma a quanto pare era nato in Slovacchia. Non solo. Lisa voleva un maltese invece le hanno dato un «bichon à poil frisè», una razza simile, quando si parla di cuccioli. Che però crescono. Certa di aver preso un maltese, la giovane massese ha pagato 500 euro. Ma il cagnolino è morto poco dopo la consegna. L’imputato è il signor Luigi, titolare del negozio che ora ha chiuso.

Due i testi ascoltati: la moglie dell’imputato e un certo Ciro, commerciante napoletano. La donna ha difeso con forza il marito, spiegando che hanno preso il cucciolo a Napoli, che l’animale aveva i documenti e che le avevano anche mostrato la madre e gli altri cuccioli. Poi ha rivelato che il marito si era accorto che il cagnolino stentava a mangiare e aveva chiesto una settimana di tempo per controllare che la bestiola stesse bene. Invece il compratore aveva forzato i tempi e non si era fatto nemmeno dire cosa la bestiola doveva mangiare e come. L’interrogatorio ha visto però l’avvocato Mattarocci presentare una mail dove Luigi scrive che animale sta bene e invita ad andare a prenderlo. Chiamato al banco dei testimoni, il commerciante napoletano ha invece negato più o meno tutto. Di aver venduto l’animale, di conoscere il commerciante apuano e di aver mai consegnato documenti relativi al cucciolo. Ha ammesso solo di fare l’intermediario. Stop. Il 23 luglio nuova udienza e, forse, la sentenza.