REDAZIONE MASSA CARRARA

Cade masso in strada, tragedia sfiorata

A Forno tra l’abitato e la Filanda. Pochi istanti prima era passata in auto una mamma con la figlia. "Quel versante è pericoloso"

Tragedia sfiorata a Forno. Un masso si è staccato dal versante che sovrasta via Polla, una strada trafficata sia con mezzi mobili che a piedi da residenti e gruppi di escursionisti, nel breve tratto che unisce l’abitato alla Filanda. Ricordiamo che un altro masso, ancora più grande, era precipitato lo scorso ottobre in località Casottino, sfiorando un’abitazione e mettendo a rischio la vita di molte persone residenti nella sottostante via Scalette. Recentemente Alessia Tonarelli, che ha rischiato di essere travolta nella sua casa, e Maik Turba, che si ritrova con lo stradello che porta alla sua casa interrotto dal movimento franoso e quindi inaccessibile, hanno di nuovo segnalato la pericolosità del versante a rischio frana.

Ora un altro masso è piombato in strada, in via Polla, proveniente probabilmente dal sentiero della Corna che conduce al Pizzo Acuto. Pochi minuti prima erano passate in auto una mamma e la sua bambina. "Appena parcheggiata l’auto vicino alla Filanda un ragazzo mi ha chiesto se avevo visto il masso sulla strada – racconta Ilaria Tonarelli, ancora spaventata –. Sono tornata indietro a piedi e quando ho visto quel sasso sulla strada mi sono resa conto che è precipitato subito dopo che ero passata io con l’auto. Una sensazione brutta, pensando che in macchina avevo anche la bambina". Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco allertati dalla donna, che ha spiegato che non è la prima volta che, in quel punto, piovono sassi: "Non di quelle dimensioni – afferma – ma il continuo smottamento dimostra l’instabilità di quel versante".

Sulla sicurezza interviene il comitato ’Una montagna da salvare’: "Chiediamo un sopralluogo urgente e la messa in sicurezza di quei versanti colpiti dal dissesto idrogeologico – spiega il comitato –. Purtroppo, per tante ragioni, la montagna è sempre più disabitata, i terreni sono stati abbandonati e non ci sono più controlli da parte di chi ci abitava e effettuava un presidio importante per la sicurezza. Le frane si registrano ovunque: muri a secco che cedono, alberi sradicati, canali e fossi colmi senza più alcuna regimazione delle acque di superficie. Purtroppo paghiamo lo scotto dell’abbandono del territorio. E’ necessario ripensare a nuove forme di presidi e di difesa, con progetti di prevenzione. La montagna, soprattutto in prossimità di centri abitati, necessita di un costante monitoraggio per individuare situazioni di rischio e avviare opere di bonifica e di prevenzione prima che si pianga sulle tragedie. Non sempre può andare bene". Il masso caduto è stato rimosso dai pompieri. "Ma non vorremmo che succedesse come a ottobre – dice il comitato – quando dopo aver rimosso il sasso e stese due reti sulla frana, non si è visto più nessuno".

Angela Maria Fruzzetti