CLAUDIO LAUDANNA
Cronaca

Bufera nella sicurezza: falliti "I pretoriani" A rischio il posto di 50 guardie giurate

L’ex amministratore Alessandro Barbieri pronto a impugnare la sentenza liquidatoria e opporsi alla decisione del giudice

di Claudio Laudanna

Bufera nella sicurezza privata. Il tribunale di Napoli ha dichiarato il fallimento de ‘I Pretoriani’, l’azienda prepara l’opposizione. "E’ successo tutto quello che avevo previsto" commenta amaro l’ormai ex amministratore unico de Alessandro Barbieri che già a fine 2020 aveva voluto denunciare pubblicamente come la sua fosse "un’azienda appetibile aggredita da una concorrenza sleale". Si tratta in ogni caso di una questione spinosa che rischia di ripercuotersi in maniera pesante sui lavoratori della società che fino all’anno scorso, tra diretti e indiretti, nelle varie sedi sparse tra Toscana e Campania erano circa 50.

All’orizzonte la strada più probabile sembrerebbe essere la cessione del ramo d’azienda a una società terza, ma l’impressione è che prima che sull’intera vicenda si possa scrivere la parola fine si debba aspettare ancora a lungo. Intanto c’è una sentenza del tribunale civile partenopeo che lo scorso 30 giugno ha dichiarato il fallimento de ‘I Pretoriani’ e ha nominato Mario Mariano curatore fallimentare. Una decisione che i giudici napoletani giustificano in base al fatto che la società, come si legge nella sentenza: "versa in un evidente stato di insolvenza, non essendo capace di sostenere i debiti e di continuare utilmente la vita aziendale, come dimostrati dai significativi e reiterati ritardi nei pagamenti registrati negli anni trascorsi e dal sistematico mancato pagamento dei debiti fiscali (con un debito erariale che, senza tener conto degli anni 2019 e 2020, ammonta a 2,8 milioni di euro)". Tutto ciò nonostante la società abbia "chiuso l’esercizio 2020 con un utile di ben 303mila euro grazie all’accrescimento del ramo d’azienda campano e alla conclusione di numerosi contratti". Numeri che però il tribunale non ha ritenuto evidentemente sufficienti. Dal primo agosto contro questo provvedimento sarà possibile presentare opposizione, e la società ha già fatto sapere di essere pronta a far valere i propri diritti, ma intanto sembrano ormai prossime a concretizzarsi le previsioni che aveva fatto pubblicamente lo stesso Barbieri pochi mesi fa. "La nostra società da anni subisce una concorrenza che, con metodi sleali, si procura clienti e personale – aveva scritto l’ex amministratore unico a dicembre -. Noi disponiamo (al 31 dicembre 2020, ndr) di un organico di oltre 50 unità che opera su tre regioni ed in particolare in Campania. Da gennaio 2020, tuttavia, una vicenda giudiziaria che mi vede coinvolto mi impedisce di dirigere l’istituto e di recarmi in Campania e da allora la gestione della società è stata affidata ad amministratori giudiziari". Una soluzione tecnica che avrebbe provocato secondo Barbieri danni ingenti alla società, anche, dopo che la Procura di Massa ha chiesto la nomina di un professionista della nostra zona. "Il nuovo amministratore – spiegava sette mesi fa quest’ultimo – ha presentato una relazione mancante di fatture da emettere, di crediti da riscuotere e di altri valori contabili che, vista dalla Procura di Napoli porta a due strade: l’affitto del ramo d’azienda o, cosa ancor più grave, il fallimento".