Dopo il 1945 sono state costruite sette delle dieci ville etichettate come landmarks, monumenti, nell’inventario di luoghi, architetture società, che gli autori inseriscono alla fine del libro, mettendo insieme 71 abitazioni che raccontano la storia di Ronchi e Poveromo. Nel 1956 l’architetto milanese Alberto Mazzoni, impegnato nel progetto di Villa Mondadori a Camaiore, disegna per la sua famiglia un’abitazione dalla pianta esagonale che diventa luogo d’incontro per attori, artisti, politici e scrittori. Nel 1960 Maurizio Tempestini, architetto e designer di interni fiorentino, progetta a Ronchi e per i Passigli, famiglia fiorentina di editori e musicisti, una villa che si ispira alla tradizione americana.
Anche l’opera prima di Aldo Rossi, uno dei maggiori architetti italiani del dopoguerra, si trova a Ronchi: villa Ceragioli, un’abitazione unifamiliare su più piani, circondata dal verde. Tra il 1960 e il 1962 viene progettata da Remo Nocchi la villa dell’industriale del marmo Igino Pellerano, qui si riconoscono temi compositivi che Nocchi sperimenta in quegli anni anche in altri progetti: Rifugio Cai Città di Massa, Condominio il Grillo. E non finisce qui la storia di Ronchi e Poveromo: nel 1962 Aurel Peressutti (progettista del gruppo Bbpr) disegna la villa "Greghina" del compositore Riccardo Malipiero e della moglie pianista Nellie Grego.
Gli architetti milanesi Marco Bacigalupo e Ugo Ratti progettano, nel 1966, una casa per vacanze per la famiglia Boriani-Natoli, lo studio BR era stato coinvolto in importanti incarichi dall’Eni di Enrico Mattei.
Alla fine degli anni ’60 viene progettata da Leonardi Ferrari, architetto milanese, la casa per la famiglia Crepax, che passerà molte estati ai Ronchi, luogo dove è ambientato uno dei fumetti di Guido Crepax, pubblicato su Linus nel 1969.