Bimbo morto in piscina, un amico: "Giocava a pallone ad Aulla, era bravo"

Dolore e sgomento anche tra i ragazzini della sua squadra di calcio

Ibrahim El Gargar

Ibrahim El Gargar

Massa, 6 agosto 2019 - «L’altro giorno era qui nel bar, ha cambiato 50 euro del papà, così da avere una paghetta». Ibrahim El Gargar era conosciuto nella comunità marocchina che vive al Masero, ma anche tra gli italiani. Il piccolo, deceduto ieri, viveva con la famiglia in Comune di Licciana Nardi, nella grande frazione del Masero, col papà, la mamma e due sorelle; una più grande e una più piccola. Era nato in Italia, la famiglia vive in Lunigiana da tempo ed erano tutti ben integrati. Il padre lavora, la madre si occupa a tempo pieno dei figli, molto legati tra loro. Ieri, quando è arrivata la notizia della tragedia, tutti hanno avuto un nodo alla gola, ricordando la sua vivacità e allegria. Nel bar davanti alla casa dove vive la famiglia si parlava solo di quello, con gli occhi bassi e tanta tristezza.

«Vivo a Tresana – dice un uomo di origine marocchina – e conosco la famiglia. Vivono in Italia da anni. Per noi tutti è un grande dispiacere». La tragedia ha colpito l’intera comunità musulmana: nessuno riesce a capacitarsi di quanto sia accaduto in un pomeriggio che doveva essere di divertimento. «Era solo un bimbo – aggiunge un uomo – non ci posso credere. Ho visto Ibrahim pochi giorni fa,voleva che il proprietario del bar gli cambiasse 50 euro in banconote più piccole. Gli ho chiesto come mai, ha detto che il papà gli dava qualche soldo per uscire con i suoi amici». Il ritratto che emerge è un bimbo solare, sorridente. Frequentava le scuole di Licciana e giocava nella squadra di calcio di Aulla. «Era bravo – ricorda un bimbo della sua squadra – giocare a calcio era la sua passione». Molti ragazzi marocchini ieri sera sono andati a casa sua per stringersi alla famiglia. Anche alcuni italiani residenti al Masero conoscevano il bimbo. «Spesso – conclude un altro – andava a fare la spesa per la famiglia al supermercato. Era sorridente e pieno di vita».

Monica Leoncini