Bevande calde e una merendina Quel pasto dal sapore di libertà

La macchina organizzative della Protezione civile ha sfamato le persone arrivate dopo 4 giorni di navigazione. Alla Imm secondo screening medico. Nelle prossime ore gli ospiti saranno indirizzati ad altre destinazioni

Migration

Dopo Livorno è la volta di Carrara. E la macchina della Protezione civile regionale e del volontariato si è di nuovo messa in moto per allestire le strutture necessarie all’accoglienza dei 95 migranti sbarcati dalla Ocean Viking. A Marina di Carrara il sistema di accoglienza è stato organizzato all’interno del polo di Carrarafiere con un duplice obiettivo: evitare il montaggio delle tende e tenere i profughi il più possibile al caldo durante la verifica sanitaria e l’identificazione. Decine i volontari impegnati per tutta la giornata di ieri, attivati dalla Regione attraverso il sistema della Colonna mobile di Protezione civile. Un patchwork di colori: l’arancione delle Pubbliche Assistenze, il giallo ciano delle Misericordie, il rosso della Croce Rossa. Ci vuole tanta passione per scegliere di diventare volontari di protezione civile e una forza di volontà che ti fa affrontare col sorriso la decisione di sacrificare una domenica di tempo splendido da trascorrere in famiglia, per dedicarsi agli altri. Forza di volontà e passione, certo. Ma anche la possibilità di organizzarsi all’ultimo con lavoro o studio. E avere compagni, figli e genitori che col sorriso ti dicono di andare, che è giusto esserci.

A Marina di Carrara la banchina di approdo della nave è solo il primo tassello del percorso di accoglienza: ancora a bordo i migranti vengono vestiti, sottoposti a un primo controllo sanitario e poi fatti scendere a piccoli gruppi per essere portati coi pulmini delle associazioni nel padiglione D di Carrara Fiere, centro nevralgico del sistema di accoglienza toscano. L’area è stata divisa in due parti: la più vicina all’ingresso è quella sanitaria. Qui i migranti vengono visitati da un pool di sanitari che vede impegnati ginecologi, pediatri e dermatologi. Finito il check-up, i profughi vengono accompagnati dai volontari in una sorta di area ristoro: su ogni tavolo una cartina dell’Italia con l’indicazione di Carrara e la scritta "you are here". Una bevanda calda e una merendina mettono d’accordo tutti: uomini e donne, giovani che sembrano adulti. Poi i bambini, con la loro meravigliosa curiosità, più forte della barriera linguistica.

Si guardano intorno con occhi curiosi, si vede che non capiscono il perché tutto questo schieramento di forze, divise e colori. Ma sorridono, spesso di un sorriso contagioso al quale non si può non rispondere che con la stessa ‘moneta’. Per la stragrande maggioranza dei profughi quella X su Carrara è solo un passaggio velocissimo: nel tardo pomeriggio per alcuni è già il momento di salire sul pullman che li porterà in Lazio e nelle Marche. Altri andranno in altre province toscane, mentre i 34 minori non accompagnati troveranno ospitalità in una struttura di Marina di Massa.

Davide Costa