di Cristina Lorenzi
Accolta dal giudice la richiesta di perizia psichiatrica per Daniele Bedini, il falegname di 32 anni di Fossola indagato per il duplice delitto avvenuto lo scorso giugno a Marinella. L’avvocato della difesa Rinaldo Reboa aveva chiesto la perizia per stabilire l’incapacità temporanea o permanente di intendere del giovane. Il giudice per le indagini preliminari Fabrizio Garofalo del tribunale spezzino ha accolto la richiesta della difesa e il prossimo 7 dicembre alle 15 procederà con l’incidente probatorio. Pertanto il Tribunale conferirà l’incarico di eseguire la perizia psichiatrica e accertare la capacità di intendere e di volere agli specialisti psichiatri i professori Gabriele Rocca e Pietro Ciliberti. Il pool della difesa coordinato dall’avvocato Reboa nominerà invece altri due luminari del settore: il professor Pietro Pietrini e il professor Giuseppe Sartori. In caso di perizia positiva per Bedini, indagato per la morte di Nevila Pjetri, residente a Massa, avvenuta la notte tra sabato e domenica 5 giugno lungo la strada di Marinella, e della trans ’Camilla’ Carlo Bertolotti, la 43enne parrucchiera di Albiano trovata senza vita a 3 chilometri dal primo omicidio, nelle vicinanze di Marinella di Sarzana la mattina di martedì 7 giugno, 24 ore dopo il primo ritrovamento, la posizione di Bedini potrebbe cambiare.
Intanto l’avvocato Reboa è in attesa che il Tribunale di sorveglianza di Torino si pronunci sul reclamo presentato dalla difesa contro il 14 bis, la misura restrittiva di carcerazione, presa dopo i tentativi di evasione, che prevede per Bedini una sorveglianza speciale, l’isolamento, l’impossibilità di vedere la televisione , di avere un fornelletto in camera e di poter avere mobili o armadi o suppellettili. Un regime carcerario a cui sono sottoposti mafiosi e terroristi. Tuttavia se la perizia darà esito positivo per Bedini potrebbero spalancarsi, in uscita, le porte del carcere e potrebbe eventualmente attendere la sentenza in una Rems, residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza.
Adesso il presunto killer è in carcere a Cuneo dove non può avere contatti con altri detenuti e non può frequentare i corsi scolastici che si tengono nella casa circondariale. Questo perché dopo l’arresto, Bedini ha tentato la fuga due volte: la prima mentre era in carcere alla Spezia, la seconda mentre era già in Piemonte. La lontananza crea difficoltà alla difesa, alla famiglia e ai periti (psicologi e psichiatri) che seguono Bedini.