
di Maria Nudi
Alle 18 abbassa la saracinesca del suo bar “La Perla” per lasciare campo libero ai titolari di locali che puntano sugli aperitivi e sono ancora penalizzati dal coprifuoco rimasto fissato alle 22. Così ha deciso Bruno Ciuffi, da poco presidente di Confcommercio, che con il fratello Francesco è titolare del locale. Sulla lavagna all’interno del bar campeggia la scritta “chiusura alle 18“ e sopra la lavagna invece c’è il cartello con l’orario “classico“ che, in base alle regole del Dpcm, prevede la chiusura alle 21. Lui ha deciso di chiudere prima. La scelta di Bruno Ciuffi può sembrare bizzarra in un momento di crisi economica ed in un momento in cui si scende in piazza per tenere i locali aperti e si reclama un orario più dilato dopo mesi di ch usure e restrizioni. " Non è una scelta. E un atto di solidarietà verso in miei colleghi che faticano maggiormente a riprendere in mano la loro attività", spiega Bruno Ciuffi, che in questa scelta veste i panni dello imprenditore e non quelli di presidente di Confcommercio.
"Il mio bar la mattina, grazie alla fedeltà dei miei clienti, lavora: un caffè, un cappuccino, una brioche anche in questo periodo buio per il commercio in genere non ci mai stato negato. Insomma siamo andati avanti. Ma si metta nei panni di chi ha un locale che ha come asso della manica gli aperitivi. La situazione è ben diversa".
Perché?
"La chiusura alle 22 penalizza molto questa tipologia di locale e così mio fratello ed io abbiamo pensato che almeno fino al 15 maggio, data nella quale potrebbe cambiare qualcosa e magari venire posticipato l’orario del coprifuoco con la chiusura dei locali almeno alle 23, noi alle 18 chiudiamo. Se anche uno solo dei miei aperitivi viene preso in un altro locale, che ha maggiori difficoltà delle nostre, sono contento. Si scende in piazza, si fanno le manifestazioni ma se non diamo l’esempio, se non facciamo vedere che ci diamo una mano tra di noi, allora di cosa si parla. Siamo tutti sulla stessa barca, ma per alcune attività la salita è più ripida.
E’ consapevole che la sua scelta potrebbe dividere l’opinione pubblica compresa quella della sua stessa categoria?
"Certo. Ma abbiamo ponderato ogni conseguenza. Alcuni di questi locali al mattino sono chiusi quindi sono ancora più penalizzati del nostro. Ripeto la nostra è una scelta simbolica, ma saremo contenti se diamo una mano"
Il gesto simbolico del bar La Perla è in questo messaggio #diamociunamano#tuttiuniti. E chissà che qualche altro locale non si unisca a questa iniziativa.
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