REDAZIONE MASSA CARRARA

Bar Battistini sotto sequestro dopo l’ennesima lite fra ex soci

Necessario l’intervento dei carabinieri per riportare la calma

Il bar Battistini (foto Nizza)

Massa Carrara, 20 dicembre 2016 - Caffè e primi piatti finiscono sotto sequestro. Il motivo? La guerra a suon carte bollate fra le due famiglie che da anni si contendono la gestione del centralissimo bar Battistini di via Eugenio Chiesa. Storia nata nel lontano 2002 sfociata nel corso degli anni in episodi clamorosi, fra denunce, interventi dei carabinieri e arresti. Al centro della vicenda l’allontanamento di una famiglia dal locale rimasto nelle mani dell’altra.

Ma l’ultima lite di pochi giorni fa ha fatto scattare il sequestro cautelativo del locale ordinato dal gip del tribunale di Massa su richiesta della procura, a sua volta messa al corrente dell’episodio (l’ennesimo) da un’informativa dei carabinieri intervenuti poco più di una settimana fa al «Battistini». Una scena già vista, fra chi pretendeva di entrare «nel suo bar» e chi lo impediva perchè «il locale è mio e tu qui non puoi stare», in un crescendo rossiniano di tensione e parole grosse. Risultato: intervento dei carabinieri della stazione di Massa, denunce reciproche fra ex soci con l’accusa di «esercizio arbitrario delle proprie ragioni» e relazione su quanto accaduto finita sui tavoli della prorura.

Da qui la decisione di chiedere al gip il sequestro cautelativo del bar, con l’obiettivo di fare arrivare le due famiglie in guerra a un accordo «a bocce ferme», cioè col locale chiuso. Materia affidata ai legali delle parti in causa chiamati ora a cercare di sbrogliare una matassa intricata. Come detto la «guerra» del Bar Battistini è partita nel 2002 con l’allontananamento di una delle due famiglie dalla gestione: rivendicando però la metà del locale marito e moglie «estromessi» per sette volte hanno chiuso la porta a vetri con lucchetto e catene. Una scelta costata ad entrambi l’arresto nel 2009 con l’accusa di stalking, oltre alla diffamazione per il contenuto di alcuni cartelli affissi sulle vetrine del bar. E ora l’ennesima puntata della «guerra del bar».

C.Mas.