"Qui anche il prete era anarchico". Il bar dei libertari compie 104 anni

A Gragnana un locale che ha fatto la storia. Si vivono grandi ricordi

Alcuni frequentatori del bar più storico che ricorda i tempi dell’anarchia, tra un bicchiere di vino e una partita a carte

Alcuni frequentatori del bar più storico che ricorda i tempi dell’anarchia, tra un bicchiere di vino e una partita a carte

Carrara, 19 giugno 2016 - "Anche il prete era anarchico: veniva a bere con noi, qua al bar dell’anarchia. E sai le balle che prendeva. Infatti poi si è spretato". Il circolo Enrico Malatesta a Gragnana è il più antico ritrovo anarchico d’Europa e, a rigor di logica, del mondo. Il circolo, o meglio, il «bar dell’anarchia» (come lo chiamano i suoi frequentatori, ndr), se ne sta rumoroso in una stradina all’interno del paesino montano di faccia all’ex «chiesa di Sant’Antonio e accanto alla fontana», proprio come si legge in una nota informativa dei Carabinieri del 1878.

Questo documento è la fonte più antica a disposizione per capire quando sia stato creato il circolo e la natura di questo "ritrovo di internazionalisti e anarchici" e quindi "potenzialmente pericoloso", come si legge nella nota dei carabinieri.

Oggi, dopo quasi 140 anni, il bar dell’anarchia è ancora ritrovo di anarchici, ma soprattutto, di vecchi amici. Il "bar dell’anarchia", oggi: si arriva al circolo ancor prima di metterci piede. Il vociare forte in un paesino silenzioso è un’ottima guida e basta seguirlo con le orecchie: si scende per una viuzza che si chiama Carlo Cafiero (che è il nome di un pensatore anarchico vissuto tra il 1846 e il 1892, primo divulgatore del Capitale di Karl Marx e amico di Michail Bakunin, che ospitò per lungo tempo in un casa in Svizzera chiamata La Baronata in cui dava riparo ad anarchici e internazionalisti) fino a che non si arriva a un bivio con un sentiero asfaltato e stretto che si srotola tra le antiche case gragnanine. Le voci e i canti conducono fino a un altro bivio. Sulla sinistra, in direzione della Piazza della chiesa, ci sono due uomini che fumano davanti ad una porta in lamiera d’ottone.

Eccolo lì, il "bar dell’anarchia". Uno di questi due uomini si chiama Piero e ha un forte accento toscano. Dice di essere uno scultore. Viene da Firenze e vive a Gragnana da molto tempo perché si è sposato una «santa donna gragnanina – come dice lui stesso – che lo sopporta». Fuma una sigaretta dopo l’altra. Ci sono uomini anziani con le carte in una mano, il bicchierino di rosso nell’altra e la sigaretta sulle labbra. Urlano, cantano giocano e si scherniscono in amicizia. Dietro il bancone, una lastra di marmo spessa e levigata dal continuo passaggio dei bicchieri, c’è una bandiera rossa e nera con al centro una A bianca. Attaccate alle pareti ci sono manifesti e vecchie foto in bianco e nero Enrico Malatesta e Giuseppe Cenderelli, un giovane ucciso nel 1944.