
Bandiere russe sul monte "La nostra provocazione"
Si sono incamminati di buon mattino e, viste anche le eccellenti condizioni meteorologiche, in un’ora e 40 hanno raggiunto la vetta del monte Sagro. Qui hanno fatto sventolare alcune bandiere della Russia, al grido di: "La nostra è una provocazione. Lo facciamo per l’Italia e l’Europa, già prima che per la verità sull’unico vero aggredito che non è l’Ucraina ma la Russia e il suo popolo. Da sempre occidentale come noi, amico leale e partner indissolubile".
Sono il professor Manfredo Bianchi, che nel 2017 sempre sul monte Sagro aveva issato un’altra bandiera, quella della Repubblica di Salò scatenando polemiche, Gianni Musetti, dirigente provinciale di Forza Italia, e Nicola Franzoni, leader no vax che era finito in carcere nei mesi scorsi per l’assalto alla Cgil avvenuto il 9 ottobre del 2021 a Roma. Dalla vetta del Sagro, dopo le foto di rito, hanno pure annunciato la fondazione del “Movimento Z“, che sarà presentato domani alle 17.30 a Forte dei Marmi "davanti alla villa del presidente ucraino Zelensky per denunciarne i crimini". Iniziativa alla quale invitano "gli uomini liberi a partecipare, compresi quelli di sinistra, dobbiamo liberarci dal mainstream. Anche perché – ha precisato Musetti – quest’attivitù non ha alcuna connotazione politica o colore. I fondatori siamo io e Bianchi. E qui con noi c’è anche Nicola, che si è sempre speso per la verità e per la Russia".".
"Purtroppo mezzo mondo è vittima di una regia di potere e di speculazione finanziaria ed economica transnazionale – spiega Musetti – che comanda e gestisce unilateralmente tutto il sistema politico e geopolitico occidentale, assoggettando indisturbata alla propria volontà i governi e le istituzioni sovranazionali come la Comunità Europea, divenuti presidi antidemocratici. Ora l’Europa ha la guerra in casa ha dissolto i decenni di lavoro per il riavvicinamento della Russia al mondo occidentale, che tanto bene facevano alla nostra economia, impiccandosi nel delirante sucido che ci rende subalterni all’America e al dragone cinese, lasciando loro ultimi la partita economica mondiale". "Siamo filorussi e ci auguriamo che Putin liberi l’Europa – ha detto Franzoni – Sono qui nel nome della libertà di parola".