ANDREA LUPARIA
Cronaca

Aulla, alluvione senza colpevoli. Dopo 12 anni cala il sipario. La felicità degli 11 imputati

Lucio Barani, ex parlamentare del nuovo Psi e sindaco di Aulla e Villafranca: "Io come Craxi". Gli altri imputati denunciano i tempi troppo lunghi della giustizia: "Fino a ora sulla graticola"

Il tribunale di Massa

Massa, 19 aprile 2023 – Non ci sono colpevoli. Tutti assolti, e con formula piena, salvo tre imputati per i quali è comunque scattata la prescrizione. L’alluvione che nel 2011 devastò Aulla, uccise due persone e cambiò per sempre la vita di tante persone, è stata causata, a questo punto si può dire così, solo dagli eventi naturali. Imprevedibili e incontrollabili.

Ieri pomeriggio, in tribunale a Massa, bastava guardare negli occhi gli 11 accusati di omicidio colposo e disastro colposo per capire che erano felici, increduli, che per loro era la fine di un lungo incubo. A dire la verità, Lucio Barani, Roberto Simoncini, Gildo Bertoncini, Ivano Pepe, Franco Testa, Mauro Marcelli, Giuseppe Lazzerini, Giovanni Chiodetti , Menna Giovanni, Gianluca Barbieri e Michela Stefano erano talmente contenti da apparire anche quasi sorpresi, stupiti. Con reazioni ovviamente diverse. Roberto Simoncini, di professione medico, che era sindaco quando il fiume Magra straripò travolgendo tutto e tutti, era silenzioso e davanti al cronista è stato sobrio: "Sono 8 anni che eravamo sotto pressione. Ora giustizia è fatta. Ringrazio il mio legale, l’avvocato Giovanna Danile".

Ivano Pepe, all’epoca dirigente del Comune di Aulla e ora dirigente del Comune di Lerici è stato più loquace. "Sono stato 12 anni sulla graticola, una vera assurdità. Non c’erano elementi per accusarmi ma questo processo mi ha causato enormi problemi, soprattutto nella vita lavorativa. Sarebbe stato un precedente terribile per chi lavora negli enti locali. Io avevo solo espresso un parere tecnico su una delibera del consiglio comunale per un piano di recupero (di quartiere Matteotti ndr) che poi non è stato nemmeno realizzato". Gildo Bertoncini, anch’egli medico, che allora era consigliere comunale, è ancora amareggiato: "Io avevo solo alzato la mano durante una votazione. Non c’era alcun rapporto causa/effetto. Oggi finalmente mi sono tolto un pensiero ma per 12 anni è stato un vero massacro". A far “rullare i tamburi di guerra“ ci ha pensato Lucio Barani. L’ex parlamentare del Nuovo Psi era in aula con un garofano rosso all’occhiello e ha annunciato a breve una conferenza stampa dove illustrerà gli errori commessi dai sostituti procuratori che hanno seguito la vicenda. "Ho conservato e analizzato gli atti e mi serviranno per denunciarli. Contro di me hanno seguito la stessa strategia utilizzata contro Craxi e Falcone. Non sono più parlamentare per colpa loro. E i periti non erano all’altezza". Anche l’avvocato Gianpaolo Carabelli è contento ma evita di esultare: "Sono felice per gli imputati, giustizia è fatta".

Silenzio, invece, da parte delle parti civili: parenti delle vittime e titolari delle attività devastate. Erano 14 le parti ammesse al processo: chiedevano giustizia e speravano anche in un risarcimento danni. Perchè fosse stato condannato un dipendente di Comune o Provincia, potevano chiedere il risarcimento direttamente all’ente. Adesso le possibilità di avere un minimo di ristoro economico dopo tanta sofferenza si allontanano. Un dato: il pm Marco Rapelli (che non aveva seguito le indagini ma ha dovuto ricoprire il ruolo di Pm) anche ieri ha parlato quasi tre ore nella sua contro replica alle arringhe degli avvocati difensori. Inutilmente. Gli avvocati difensori hanno preferito tacere, tutti e alla fine hanno avuto ragione. Certo, tra loro c’era chi era preoccupato e chi temeva che la durata della camera di consiglio (quasi tre ore) fosse un brutto segno ma alla fine hanno tirato un sospiro di sollievo. Una curiosità: per la prima volta da anni, in aula sono potuti entrare anche i fotografi dei giornali.