Alluvione di Aulla, ferita infinita. "Un caso catastrofico eccezionale"

Ex amministratori del Comune e dirigenti della Provincia sono accusati di omicidio e disastro colposi . Le arrighe difensive puntano a scagionare gli 11 imputati. Prossima udienza il 24, a fine mese la sentenza.

Incassate le pesanti richieste da parte della Procura, la schiera di legali degli 11 imputati ieri mattina hanno iniziato a sfoderare la spada per abbattere punto dopo punto l’ipotesi accusatoria costruita dal pm Marco Rappelli. Il processo per l’alluvione di Aulla, avvenuto il 25 ottobre del 2013 è alle battute finali. Dopo la requisitoria che di fatto ha chiesto per le accuse di omicidio colposo e disastro colposo pene pesanti a carico degli 11 imputati, ora tocca alla difesa parare l’attacco.

Prima di tre udienze ieri mattina, dove i legali di dirigenti di Provincia ed ex amministratori del Comune stanno cercando di dimostrare che quella bomba d’acqua caduta dal cielo tra le 18 e 18,15 di fine ottobre, non è assoggettabile ai loro clienti. "Si è trattato di un evento disastroso dalla portata eccezionale" ha dichiarato il legale Gianpaolo Carabelli, prima di cedere la parola ai colleghi Roberto Valettini e Giovanna Daniele.

Nello specifico sono state analizzale le posizioni di Giovanni Chiodetti, l’ex assessore comunale alla Protezione civile, oltre che degli ex dirigenti del Comune di Aulla Mauro Marcelli e l’ex primo cittadino della città Roberto Simoncini. Nella prossima udienza in programma il 24 i legali si concentreranno sui lavori effettuali nella cassa di espansione del fiume, per poi arrivare a fine mese, dove presumibilmente si arriverà a sentenza.

A giudizio davanti alla giudice Valentina Prudente, oltre a quelli citati anche l’ex primo cittadino di Aulla, Lucio Barani, i tecnici e dirigenti della Provincia Giovanni Menna, Gianluca Barbieri e Stefano Michela, l’ex vicesindaco Gildo Bertoncini, gli ex dirigenti comunali Franco Testa, Giuseppe Lazzerini e Ivano Pepe. Nell’indagine la Procura ha puntato il dito sul piano di protezione civile del Comune, il funzionamento della cassa di espansione di Chiesaccia e la costruzione di nuove case all’interno dell’alveo del fiume.

Una tragedia che lasciò dietro di sé due vittime: Claudio Pozzi, 60 anni, annegato nel suo garage, ed Enrica Pavoletti 78 anni, trascinata via con la sua auto dalla piena del fiume Magra. La sera del 25 ottobre il Comune di 11mila abitanti venne colpito da una devastante alluvione: 300 persone furono costrette ad abbandonare le loro abitazioni e la conta dei danni fu mostruosa, si parlava di centinaia di milioni di euro a privati e aziende. Alcuni dei residenti tornarono a casa dopo settimane dalla tempesta d’acqua.