Artigiano a processo, giudice in pensione

Il titolare di una ditta di Villafranca è accusato di frode e induzione alla corruzione ai danni dell’Anas ma è stato richiamato a lavorare per l’ente

Migration

di Andrea Luparia

Nuova seduta, ieri mattina in Tribunale a Massa, del processo per frode ed induzione alla corruzione che vede sul banco degli imputati Paolo Busticchi (difeso dall’avvocato Carlo Rampi), titolare in Lunigiana di una piccola azienda artigiana, il suo capo operaio ed un sorvegliante Anas. La ditta in questione si chiama “Ibf“. Bisogna dire subito che il processo è ad una svolta. Il giudice Augusto Lama, che presiede il collegio giudicante, a fine mese andrà in pensione per raggiunti limiti di età. Proprio Lama ha fissato la nuova udienza per il 7 novembre. Impossibile sapere chi lo sostituirà e cosa accadrà. In passato un giudice nuovo voleva dire, per il processo, ripartire da zero, ora invece, per chiedere di risentire tutti i testimoni, i difensori devono motivare la richiesta nei minimi particolari. Prescrizione comunque vicina? Si vedrà. Di certo quella di ieri è stata una seduta che, se giudicata ai punti, è stata vinta dalla difesa. Dei due testimoni chiamati dall’accusa, il secondo non ricordava molto e il primo ha smentito diverse dichiarazioni contenute nei verbali (alla fine il giudice Lama ha disposto il passaggio degli atti alla Procura). Ma c’è di più. I fatti risalgono al 20162017 e l’Anas, di fatto, è parte offesa in quanto per una serie di lavori sulla Cisa e altrove, potrebbe aver pagato più del dovuto. Ma non solo ha già versato da tempo all’impresa quanto doveva (poteva non farlo aspettando la sentenza del procedimento in corso) ma i dirigenti della società chiamati a testimoniare hanno elogiato il lavoro svolto dalla ditta. E per quanto risulta l’Ibf è già stata chiamata nuovamente a lavorare per Anas.

A quanto sembra l’inchiesta sarebbe nata da un blitz compiuto dalla forze dell’ordine nella sede Anas di Firenze. Gli agenti cercavano materiale per una storia avvenuta fuori provincia. Poi però hanno continuato i controlli e hanno messo nel mirino proprio Busticchi. L’uomo è titolare di una piccola impresa artigiana con sede a Villafranca, che, a seconda dei lavori che deve svolgere, ha dai 5 agli 8 dipendenti. Secondo l’accusa, uno di loro sarebbe parente delle persone che devono fare le verifiche sui lavori ottenuti. Ma per la difesa, che cita diversi precedenti, in realtà sono persone che già facevano gli operai in questa o quella zona che venivano assunti dalle ditte che vincevano l’appalto, venivano licenziati quando l’azienda perdeva l’appalto e riassunti dalla ditta successiva. Più o meno quanto accade in altri settori. Per la difesa non c’è alcun intendimento corruttivo.