Apicoltura, numeri in crescita. Ma anche i costi

Il raccolto del pregiato miele di Lunigiana Dop è migliore rispetto allo scorso anno nonostante i gravi disagi legati alla siccità

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Siccità, rincari e vespa velutina non fanno volare l’apicoltura apuo-lunigianese. La produzione è in ripresa ma ancora molto lontana dal garantire una sostenibilità economica agli apicoltori apuo-lunigianesi anche a causa degli spaventosi rincari che dovranno sostenere per confezionare un barattolo di miele.

E’ quanto emerge dal primo bilancio di Coldiretti Massa Carrara e Consorzio di tutela del miele della Lunigiana Dop che stimano una riduzione media della produzione tra il 30% ed il 40% in miglioramento rispetto all’annata disastrosa dello scorso anno condizionata dalla gelata di maggio. Ad incidere sulla raccolta è stato il clima pazzo con le fioriture estive bruciate dal caldo o distrutte dalla grandine e le api allo stremo costrette ad allungare i voli per trovare un po’ di nutrimento ed obbligando gli apicoltori ad un grandissimo, faticosissimo e costoso lavoro di gestione degli apiari. Una quadro sul quale hanno pesato in modo particolare le alte temperature e la siccità estrema che ha investito anche la Lunigiana, terra del pregiato Miele della Lunigiana Dop, primo miele italiano ad aver ottenuto dall’Unione Europea il marchio di Denominazione di Origine Protetta. Le fioriture anticipate – spiega Coldiretti Massa Carrara – hanno costretto gli apicoltori a partire prima verso le aree montane e a portare razioni di soccorso negli alveari con un ulteriore aggravio di costi. "E’ stata fino a qui una stagione molto dispendiosa e tribolata per l’apicoltura che ha dovuto fare i conti con condizioni climatiche molto sfavorevoli; le stesse che hanno determinato una minore resa di tutte le principali produzioni agricole del nostro territorio. – spiega Francesca Ferrari, presidente Coldiretti Massa Carrara – E’ un bilancio in chiaro scuro quello che oggi il settore presenta ma sicuramente migliore, dal punto di vista della quantità, rispetto a quello della passata stagione. L’esplosione dei costi correnti dei mezzi tecnici pesa purtroppo sullo scenario complessivo. Il 38% delle aziende agricole oggi produce in perdita: ha reddito negativo. Servono nuove misure per contrastare gli aumenti e fermare le vergognose speculazioni che rischiano di far chiudere oltre cento imprese agricole nella sola nostra provincia".

A confermare la ripresa è Andrea Guidarelli, presidente del Consorzio di tutela del miele della Lunigiana Dop. Sono due le varietà previste dal disciplinare del Miele Dop: l’acacia e il castagno. "E’ sicuramente una stagione più positiva ma ancora molto lontana dai livelli che consentono oggi ad un’impresa apistica di stare in piedi con le sue gambe – spiega Guidarelli – Per l’acacia siamo a circa 810 kg di miele raccolto per arnia contro un potenziale che potrebbe arrivare fino a 1520 kg; per il castagno siamo nell’ordine di 78 kg per arnia in confronto ad un potenziale di 15 kg. Rispetto allo scorso anno, dove abbiamo raccolto poco o nulla, è stata un’annata decisamente migliore".

Oltre alla spallata del clima – sottolinea Coldiretti Massa Carrara – i “pastori delle api” devono infatti fare fronte anche all’esplosione dei costi per le tensioni internazionali: dai vasetti di vetro (+40%) alle etichette (+35%), cartoni (45%), legno (+30%) e cera (30%) fino al gasolio (+129%). Confezionare un vasetto di miele costerà mediamente tra il 20% ed 30% in più ai 682 apicoltori, tra professionali e hobbisti censiti dal sistema informativo veterinario nazionale, che gestiscono complessivamente 1.300 apiari.