
"Mio padre abbandonato in pronto soccorso". "No, ha deciso di andarsene da solo". Botta e risposta tra una figlia scossa dal trattamento di malasanità che dice di aver ricevuto il padre al Noa e la Asl che espone una vicenda diversa. La storia avrà strascichi legali. "Mio papà – racconta la donna milanese –, in villeggiatura ai Ronchi con mia figlia minore, improvvisamente si è sentito molto male: febbre alta, impossibilità a reggersi in piedi. É stato portato al Noa, in stato di transitoria mancanza di lucidità; per ore, a parte un tampone, non è stato nemmeno considerato, tant’è che non potendo reggersi sulle sue gambe né muoversi dalla barella e non essendo assistito da nessuno, si è urinato più volte addosso. In evidente stato di agitazione, ha chiesto di poter tornare a casa, ha firmato per l’uscita e l’hanno lasciato andare: un uomo di 82 anni, sporco, con febbre e impossibilità motoria, in transitorio stato di non lucidità, senza cellulare, senza auto e soprattutto senza avvisare la moglie. è uscito e dopo pochi passi l’hanno ritrovato di nuovo a terra: un’ambulanza l’ha raccolto e portato, non in ospedale, ma alla sua auto ai Ronchi, permettendogli così, eventualmente, di guidare. La mattina seguente è stato portato a Milano con mezzi privati e all’ospedale Sacco gli è stata diagnosticata un grave polmonite. Spero che disavventure del genere non capitino ad altri esseri umani".
Della vicenda ora se ne sta occupanto il legale Fabrizio Tronca, del foro di Milano: "Fermo restando che una persona capace di intendere e di volere possa autodeterminarsi nell’abbandono della struttura sanitaria, eccepisco una omessa verifica di uno stato transitorio quantomeno di scarsa lucidità mentale, dovuta alla febbre alta e alla debolezza totale del paziente. Secondo, una diligenza media (mentre quella dei professionisti deve essere qualificata) quantomeno chi accetti l’abbandono deve accertarsi della facoltà attuale del paziente di intendere cosa comporti e se sia effettivamente in grado di valutare un giudizio autonomo, oltre che accertare che non versi in un oggettivo stato di necessità. Questa condotta è per me una grave negligenza. Visto lo stato del paziente, che non deambulava, è altresì una negligenza non essersi accertati che venisse almeno prelevato da un parente. ciò è derivato che è caduto nuovamente, ha riportato lesioni e traumi da caduta e, in ogni caso, solo 36 ore dopo ha potuto avere una diagnosi a Milano, essendo venuto meno ogni vincolo di fiducia con le strutture sanitarie locali. Inoltre il profilo penale: il paziente, come ogni individuo, ha diritto a non vedersi leso nel proprio decoro; non assisterlo, non potendosi muovere, per recarsi ai servizi, lo ha costretto sia ad urinarsi addosso, sia a circolare per la pubblica via in quelle condizioni. Secondo profilo penale: l’abbandono di una persona in evidente stato di bisogno, o stato di necessità. Il Ps era inoltre a conoscenza che il paziente non avesse con sè né telefono, né auto".
Non tarda ad arrivare la replica dell’Asl: "L’uomo è arrivato al Noa alle 17,27, accompagnato da un’ambulanza. Dal Triage, effettuato secondo i codici regionali, è emerso che i parametri erano normali, non risultavano né febbre né affanno e sull’anziano, che appariva lucido e negava lui stesso di avere problemi seri. Non è vero che dopo l’accesso l’uomo non è stato ’considerato’, perché questa valutazione presuppone una vera presa in carico e la misurazione di tutti i parametri vitali. Alle 18.02 è stato inoltre eseguito il tampone anti-Covid. I codici 4 e 5, considerata la presenza in Ps di molti casi più gravi, devono essere visitati entro 4-5 ore. Prima di questo limite l’anziano, senza confronto con i sanitari o ’firme’ di alcun tipo, è uscito per proprio conto e si è allontanato. Al momento della chiamata da parte del medico, il paziente non era presente e i sanitari non hanno avuto la possibilità di visitarlo Alle 21, oltre mezz’ora dopo che era stato scoperto il suo allontanamento volontario dal Ps, l’82enne è stato raggiunto da un’ambulanza in via Pontremoli e un’automedica: il medico l’ha visitato e gli ha proposto il ritorno in ospedale, ma l’uomo ha rifiutato il ricovero".